La Casa del SuperEroe diventa più grande, pronta ad accogliere tra le proprie mura nuove famiglie di piccoli coraggiosi. Una casa speciale, nel complesso della stazione Ostiense di Roma, che RFI ha concesso in comodato d’uso gratuito all’associazione “Un… due… tre… Alessio” che si occupa di sostenere economicamente e trovare un alloggio ai genitori dei bimbi ricoverati in lungodegenza all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Grazie ai fondi raccolti e alle donazioni, l’associazione è riuscita a ristrutturare l’immobile e a ricavare altre due appartamenti, oltre ai due già abitabili. I quattro bilocali possono ospitare 4 nuclei familiari e hanno in tutto 16 posti letto.
L’associazione è stata fondata dai genitori di Alessio: è lui il supereroe che, da quando aveva 14 mesi, ha affrontato la leucemia per nove anni e subito tre trapianti di midollo osseo. La sua luce si è spenta nel 2014 e da allora la sua mamma e il suo papà si sono spesi per cercare un luogo tranquillo e raccolto dove i genitori, costretti a trasferirsi per lunghi periodi per assistere i figli malati, potessero trovare appoggio.
Ce l’hanno fatta e, in un anno difficile come il 2020, hanno anche ampliato gli spazi: «In pochi mesi siamo riusciti a terminare i lavori nella Casa del SuperEroe e ad accogliere le nuove famiglie già da novembre. I volontari dell’associazione continueranno a lavorare con impegno per aiutare chi è costretto a stare lontano dalla propria città a ritrovare quell'intimità e quell'atmosfera di casa così importante per affrontare più serenamente la malattia di un figlio», ha commentato Sonja Caputo, mamma di Alessio e presidente dell’associazione.
Secondo Lucia Celesti, responsabile Urp e Servizi di Accoglienza del Bambino Gesù, «i nuovi appartamenti sono una risorsa preziosa per l’Ospedale che assiste tanti piccoli pazienti provenienti da fuori regione, circa il 30% del totale, e si aggiungono alla rete di strutture alloggiative che già accolgono a titolo gratuito le famiglie nel difficile periodo che coincide con il percorso di cura di un bambino».
