Stazioni ferroviarie che diventano hub capaci di fornire servizi di mobilità verde e condivisa, costruite con materiali riciclati e recuperati, alimentate con energia pulita e rispettose dell’ecosistema urbano. Del futuro degli scali italiani se n’è discusso molto in occasione di Ecomondo e se n’è tornato a parlare oggi in occasione della seconda giornata di E_Mob 2020, Festival della Mobilità Elettrica a cui ha partecipato Rete Ferroviaria Italiana, società di ingegneria del Gruppo FS.

L’EVOLUZIONE DELLE STAZIONI  IN HUB DI MOBILITÀ CONDIVISA
Sul tema degli hub intermodali l’evoluzione parte dalla capacità di un’azienda di far fronte a nuove esigenze di mobilità nel rispetto dell’ambiente. A dirlo è Luigi Contestabile, responsabile Asset Advisoring e Sviluppo Servizi di RFI intervenendo alla seconda giornata del Festival. RFI non è solo gestione della rete ferroviaria o delle stazioni, la sua missione guarda all’integrazione delle infrastrutture per la mobilità, dalle piste ciclabili alle dotazioni per la mobilità elettrica, dalla rete urbana per il trasporto pubblico locale ai parcheggi. “Il sistema ferroviario non finisce alle porte della stazione e la sua capacità di funzionare al meglio e di rendere produttivi i grandi investimenti che si stanno facendo è legata a quella di fornire sistemi di trasporto urbano di qualità”, afferma Contestabile nel corso dell’intervento. Progettare spazi e reti di trasporto cittadini con istituzioni e enti locali rappresenta dunque uno dei core business della società di ingegneria.

LA MOBILITÀ DEGLI ITALIANI: I DATI DI RFI
Partiamo da un numero importante: 18mila persone intervistate ogni mese rispetto al gradimento della stazione, al mezzo di trasporto che utilizzano per arrivarci, quanto ci impiegano e altre informazioni sulle abitudini negli spostamenti. RFI ha messo in piedi una delle indagini più esaustive in ambito nazionale sulla mobilità degli italiani che utilizzano il nostro servizio ferroviario. Questi dati sono condivisi con le amministrazioni comunali con le quali RFI lavora quotidianamente “per cercare di co-pianificare e co-realizzare un’intermodalità che abbia la sua efficacia”, aggiunge Contestabile. 

Ma cosa emerge da questi dati? Innanzitutto quasi la metà nei nostri viaggiatori arriva in stazione a piedi, mentre per i percorsi ciclabili che collegano il centro cittadino agli scali la richiesta maggiore continua a venire dal Nord Italia. Sono gli studenti tra i 18 e i 24 anni i principali viaggiatori che raggiungono la stazione in bici e se ci mettiamo che l’80% delle università italiane si trova entro 3km da una stazione ferroviaria, stando alle analisi di RFI, il matrimonio è fatto e va suggellato con piste ciclabili e parcheggi attrezzati negli scali e negli atenei. Di questo importante progetto RFI ne ha discusso col MIT e sono stati stanziati i primi 4 milioni a disposizione dei comuni. “Cominceremo così questa tessitura ciclabile tra le stazioni e i grandi punti di interesse che non saranno solo le università”, precisa Contestabile.

SERVIZI DI SHARING NELLE STAZIONI
“Gli spazi dedicati allo sharing rappresentano un’occasione preziosa di riuscire a mettere in pratica la nostra visione di stazione” aggiunge Contestabile, sottolineando che il trasporto pubblico locale è sempre stato il sistema di adduzione alla ferrovia, ora in crisi a causa della pandemia che ha costretto le compagnie ferroviarie e anche Trenitalia a ridurre le proprie corse.

LA MOBILITÀ ELETTRICA IN STAZIONE
RFI insieme a Metropark, società di FS che gestisce i parcheggi nelle stazioni, lavora affinché le aree di sosta siano progressivamente attrezzate con colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, dedicate principalmente ai servizi di taxi, car sharing e car rental.