In cover, locomotive elettriche nel Deposito officina rotabili storici di La Spezia Migliarina © Archivio Fondazione FS Italiane

Dopo oltre un triennio, stanno per concludersi le operazioni di recupero di tre gruppi di locomotive elettriche d’anteguerra appartenenti al parco rotabili storici della Fondazione FS Italiane: le E.626, E.636 ed E.428. I mezzi di trazione saranno presentati al pubblico in primavera e torneranno a sfrecciare sulle strade ferrate dedicate ai treni storici.

Ascolta il podcast di FSNews Radio a cura di Aldo Massimi

Le E.626 detengono un primato molto particolare: sono le locomotive più longeve della storia del Gruppo FS, avendo prestato servizio per oltre 70 anni. Furono progettate negli anni ‘20 per la Benevento-Foggia, la prima linea dotata di corrente continua: una prova generale per un sistema di alimentazione allora pieno di incognite. E le E.626 rispondevano a tutte le idee progettuali: grande potenza, ottima aderenza in salita, semplicità di riparazione in caso di guasto.

Le macchine del gruppo E.636, invece, furono progettate nel 1937 e costituiscono una pietra miliare nella storia delle locomotive elettriche. Le cabine di guida furono pensate per offrire al macchinista una maggiore visibilità e un ottimo comfort di guida, per un utilizzo moderno e universale.

 

Le E.428, infine, furono costruite dal 1934 con uno scopo preciso: rappresentare il simbolo della velocità e della potenza del veicolo ferroviario. Raggiungevano i 130 Km/h e potevano trainare tutti i treni rapidi e direttissimi a lunga percorrenza. Durante la Seconda guerra mondiale, furono razziate dall’esercito tedesco, tanto che alla fine del conflitto oltre 20 esemplari furono restituiti, in ottime condizioni, alle Ferrovie dello Stato.

Negli anni ‘50 erano considerate le locomotive d’immagine dell’azienda, l’esempio della ripartenza: nel film del 1952 Umberto D., diretto da Vittorio De Sica, un convoglio trainato da una E.428 sfreccia veloce, ben rappresentando l’aerodinamicità e la velocità del treno. Ma è nel capolavoro di Pietro Germi Il ferroviere (1956) che la locomotiva elettrica, insieme al macchinista Andrea Marcocci, ricopre il ruolo di protagonista.

Gli interventi della Fondazione FS Italiane si sono concentrati sull’attrezzaggio del Sistema di controllo della marcia treno (Scmt) e sul sistema frenante, indispensabili per permettere una circolazione in sicurezza sull’infrastruttura ferroviaria nazionale.

Articolo tratto da La Freccia