Primo giorno di scuola, prima campanella a suonare dopo oltre sei mesi di assordante silenzio nelle aule e nei corridoi dei nostri Istituti scolastici. Primo giorno di un nuovo anno scolastico anche sui treni regionali di Trenitalia, utilizzati soprattutto dagli studenti delle scuole medie superiori e dai docenti. Luogo di socializzazione che dilata quelli offerti dagli ambienti scolastici, dove da sempre nascono nuove conoscenze, amicizie e anche amori. Oggi, 14 settembre, come previsto, il numero dei passeggeri è cresciuto rispetto allo scorso lunedì, ma in misura contenuta, di circa il 12%.

 

Sempre oggi Trenitalia ha aumentato, in accordo con le Regioni committenti, l’offerta complessiva mettendo in circolazione circa 6800 treni. In tutte le regioni siamo così rimasti lontani dal vedere occupato l’80% dei posti disponibili, definito dall’ultimo DPCM del 7 settembre scorso come soglia massima, sui mezzi del trasporto pubblico locale, per contemperare il diritto alla mobilità con il rispetto delle misure di profilassi anti-Covid. Certo, è ancora presto per stilare bilanci, alcune classi in alcuni Istituti hanno posticipato l’ingresso a domani, ma di fatto, dove gli studenti sono tornati sui banchi di scuola, il coefficiente di riempimento medio dei treni, ossia la percentuale dei posti disponibili realmente occupati, ha oscillato tra il 21 e il 41,5%.

 

In nessuna realtà locale e su nessun treno si sono verificate situazioni di difficoltà. E neanche sui pullman e sui bus urbani. Busitalia Veneto, società del Gruppo FS Italiane che a Padova gestisce il trasporto pubblico su strada, nel pomeriggio ha comunicato che non si sono riscontrate criticità relative al suo servizio urbano ed extraurbano. A bordo dei mezzi, recita il comunicato della società, ha viaggiato un numero di passeggeri ben inferiore al limite dell’80% dei posti omologati.

 

Ovunque sono state impartite - e rispettate - quelle regole di prevenzione ormai arcinote a ognuno di noi, a iniziare dall’uso corretto della mascherina, diventata indumento quotidiano, da indossare in ogni luogo pubblico e non solo. Con la raccomandazione, che diventa ogni giorno sempre più urgente e indispensabile, di non disperdere questi strumenti di protezione nell’ambiente ma raccoglierli insieme ai rifiuti indifferenziati. Perché l’emergenza sanitaria, planetaria, ne sta producendo un’altra che, con educazione e rispetto, potremmo almeno contenere, se non proprio evitare.