C’è il riscatto, c’è l’estenuante attesa, c’è il teatro e c’è anche la vita di un attore squattrinato che prende il treno tutti giorni. “Grazie ragazzi”, il film di Riccardo Milani al cinema dal 12 gennaio, è una storia che prende spunto da una pellicola francese (“Un Triomphe” diretto da Emmanuel Courcol) ispirata a sua volta dalla vera storia di Jan Janson, attore che ha lavorato negli anni ’80 a Komla, un carcere di massima sicurezza in Svezia. 

Il protagonista, interpretato da Antonio Albanese, accetta la proposta di insegnare teatro dentro un carcere. I suoi allievi, cinque detenuti interpretati da Andrea Lattanzi, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini, Bogdan Iordachioiu e Vinicio Marchioni, non sono certo la compagnia di attori che si sarebbe immaginato. Con il passare del tempo, però, il rapporto cresce e l’obiettivo di portare sul palcoscenico l’opera di Samuel Beckett “Aspettando Godot” prende sempre maggiormente forma, fino a realizzarsi e regalando una serie di conseguenze in grado di rappresentare tanti spicchi differenti di umanità. 

«Non amo definire i miei film – racconta il regista Riccardo Milani – nel senso che non mi interessa capire in che direzione vadano. A me interessa una sola direzione, in realtà, quella del pubblico. “Grazie ragazzi” è un film sulla parola, le frasi di Beckett sembrano scritte ieri e saranno attuabili domani. Ma è anche un film sulle carceri con un cast pieno di diversità e con identità forti e specifiche». 

Teatro e carceri, due mondi apparentemente lontani ma che in questa storia vengono tenuti insieme dalla cultura. «La cultura io l’ho incontrata per caso, intorno ai 23 anni, grazie al teatro – spiega Antonio Albanese - ho capito che potevo essere educato. La cultura, infatti, crea vortici positivi e migliora la vita di tutti. Il film vuole raccontare anche questo». Il personaggio interpretato da Antonio Albanese è a tratti ironico (esilarante una scena iniziale dove l’attore esprime tutta la sua parte più comica) e a tratti il ritratto di un uomo che deve fare i conti con una vita non troppo fortunata. C’è un rapporto a distanza con la figlia da colmare e un rapporto con la direttrice del carcere, interpretata da Sonia Bergamasco, da costruire. Poi c’è anche l’amicizia, viene fuori grazie a Fabrizio Bentivoglio, nella parte di un attore di successo e direttore di teatro, che nei suoi modi un po’ egocentrici e vanitosi, dimostra di tenerci molto al protagonista di questa storia. 

Antonio Albanese, oltre a tutto questo, nel film è anche un pendolare. Vive in un quartiere periferico e prende il treno ogni giorno. Un mezzo di locomozione che prende anche al di fuori del set.

ASCOLTA L'INTERVISTA AD ANTONIO ALBANESE 

 

«Il treno piace al cinema – racconta a FSNews l’attore nato in Lombardia – perché è viaggio. Dall’interno si creano anche delle emozioni in movimento sempre molto piacevoli e dalla grande forza narrativa. Il treno è apprezzato anche dal sottoscritto, praticamente ci vivo, non utilizzando molto volentieri l’aereo».

ASCOLTA L'INTERVISTA A CARLO DEGLI ESPOSTI, PRESIDENTE DELLA PALOMAR, CHE RACCONTA COME É STATO COLLABORARE CON IL GRUPPO FS PER REALIZZARE LE SCENE FERROVIARE 

 

“Grazie ragazzi” è una produzione Palomar, Wildside e Vision Distribution. Verrà distribuito nella sale in 450 copie