È una Freccia, questa di marzo, tutta al femminile. In copertina un’icona italiana, il volto della Primavera di Botticelli, emerge da un caleidoscopico puzzle di tanti volti di donna. Il messaggio è esplicito. Vogliamo che l’8 marzo non sia soltanto la ricorrenza di un giorno, ma che le riflessioni sollecitate permeino l’intero mese e non solo.

Perché chi ci legge sia stimolato a considerare che pari opportunità, gap salariale, stereotipi di genere, capacità e potenzialità soffocate da barriere culturali sono tutti temi di costante attualità. Perché quelle capacità sprecate, o sottoutilizzate, sono davvero enormi. E laddove riescono a esprimersi, lo raccontiamo in molti dei nostri servizi, tessono storie di successo. 

Cover de La Freccia di marzo

La cover de La Freccia di marzo

Ecco, noi ne siamo convinti, lo è la redazione della Freccia, per quasi tre quarti composta da giornaliste, lo è tutto il Gruppo FS Italiane. Che ha già visto assegnati a donne i posti di vertice di alcune sue società controllate e oggi ne ha due al timone di RFI, amministratrice delegata e presidente. E ha un amministratore delegato di Gruppo nominato Ambasciatore europeo per la diversità nel mondo dei trasporti. Ecco, per La Freccia e per FS l’attenzione a questi temi è una costante, tutto l’anno.

È indispensabile lo sia, in un Paese che solo da 75 anni ha concesso il diritto di voto alle donne, e soltanto da 40 ha abolito dal codice penale le attenuanti per il delitto d’onore o il reato d’adulterio. Che soltanto in quest’ultima legislatura ha fatto salire una donna all’onore della seconda carica dello Stato e ha atteso quasi 64 anni per nominarne una alla presidenza della Corte costituzionale, ma non ha mai espresso un, meglio una, presidente della Repubblica o presidente del Consiglio. Mentre nel mondo le donne hanno ricoperto e ricoprono cariche istituzionali e politiche di enorme rilievo. Dalla presidenza della Banca centrale europea alla Cancelleria della Germania fino al vertice della Commissione europea, dalla vicepresidenza degli Stati Uniti alla direzione generale della World Trade Organization

Allora è bene riecheggino anche su queste colonne le parole pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Draghi nel chiedere la fiducia del Parlamento al suo programma di governo: «La mobilitazione di tutte le energie del Paese nel suo rilancio non può prescindere dal coinvolgimento delle donne […] puntando a un riequilibrio del gap salariale e a un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla propria carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro […]. Intendiamo […] investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese». L’occasione non va persa, è davvero giunto il tempo di rifiorire, al femminile. Anche, ma non soltanto, Next Generation Women.

Articolo tratto da La Freccia