In cover, photo © Alessio Russo/Adobestock

Iniziando a sfogliare La Freccia di novembre riceverete un pugno allo stomaco. Violento, ma salutare. A pagina 7 rimarrete colpiti da una fotografia straordinaria nella sua crudezza e dirompente vitalità. Parla della brutalità della guerra e della incoercibile forza della vita. Un padre al quale una bomba ha portato via una gamba solleva il figlio, ridotto a un moncherino, privo di braccia e gambe. Si guardano, sorridono, sembrano felici. Lo sono. Sono vivi. Intorno, il grigiore di un contesto urbano arido e brutto. Di una bruttezza cattiva. Appena l’ho vista mi sono venuti in mente i versi di Giacomo Noventa, poeta del secolo scorso, «a uno a uno/ogni nostra tragedia/xè una farsa», che ci ricordano quanto siamo ridicoli e meschini quando ci lamentiamo delle nostre disgrazie.

Ma questa è solo una prima lettura, giusta, però superficiale. Perché quella foto ci parla soprattutto della resilienza umana, della volontà di esistere e resistere, della capacità di apprezzare quel che si ha, in questo caso l’amore paterno e filiale, piuttosto che lamentarsi di quel che ci manca. Certo, la foto ferma un istante che non può mascherare la sofferenza di una vita. Quelle amputazioni hanno portato e porteranno ancora dolore, rabbia, difficoltà immani da affrontare ogni santo giorno, lungo un’intera esistenza. Ma quella foto resta un simbolo di straordinaria energia. Dice a tutti noi che dobbiamo lottare con fierezza per raggiungere i nostri traguardi senza lasciarci abbattere dalle avversità.

È una lezione che vale per le persone come per le aziende. Resilienza ed energia, volontà e professionalità sorrette dalla passione. Sfogliatela La Freccia di novembre, dopo quel pugno nello stomaco. Non mancherà di sorprendervi, con toni certo più leggeri ma non meno intensi. E vi accompagnerà per tutto il mese con l’obiettivo di suscitarvi curiosità ed emozioni, e stimolare nuovi viaggi. Per vedere, conoscere, confrontarsi, e pure assaggiare, odorare, sperimentare. I nostri viaggi vi porteranno dal Piemonte alla Toscana, dalla Calabria fino in Sicilia, passando per Pavia e Verona, Bologna, Pisa e Firenze, Roma e Paestum, tra tartufi, vini e castagne, arte, archeologia e fotografie d’autore.

Vi proporranno le eccellenze italiane presenti all’Expo di Dubai, incluse quelle del Gruppo FS, e vi faranno conoscere da vicino alcuni dei protagonisti delle prossime serate televisive. Vi racconteranno di inclusione, con una bella commovente storia di integrazione e sport e un altrettanto interessante esempio di solidarietà congiunta a lavoro, sostenibilità e biodiversità. E si chiuderanno ancora con una foto, curiosissima e divertente, dal titolo Serpente che ride. Perché comunque, per quanto complicata possa essere la nostra esistenza, occorre sempre tingerla di un tocco di leggerezza. Anche quando, come è accaduto questo mese, la nostra redazione perde un suo caro e valentissimo collaboratore. Innamorato della cultura, mai pago di conoscere e imparare. Salutiamo Alberto Brandani. E proseguiamo il nostro viaggio. Insieme a voi.

Articolo tratto da La Freccia