IL MUSEO È CHIUSO IN OTTEMPERANZA ALLE INDICAZIONI DELLE AUTORITÀ IN MATERIA DI PREVENZIONE DEL CORONAVIRUS

Foto: Sissi - Cristiana Capotondi

Lungo i 280 metri della scenografica rampa della Mole Antonelliana scorrono bustini da sogno, armature in pelle e balze di chiffon. Passano in rassegna anche 70 anni di un'avvincente storia imprenditoriale al femminile: quella delle sorelle Anna e Teresa Allegri che, con i loro costumi e le loro invenzioni, hanno reso celebre in Italia e nel mondo la Sartoria Annamode.

 

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ospita infatti l’esposizione Cinemaddosso i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood, curata da Elisabetta Bruscolini, in programma fino al 15 giugno. Una “mostra volante”, grazie a un allestimento straordinario all’interno della rampa elicoidale del Museo.

 

Al centro la magia del cinema raccontata da chi, da sempre, il cinema lo fa. Grande schermo, arte, moda si fondono per celebrare la Sartoria Annamode, un’eccellenza del made in Italy che ha iniziato ad affermarsi negli anni Cinquanta e lavora ancora oggi nella realizzazione di abiti per grandi produzioni cinematografiche nazionali e internazionali. 

 

Nel museo torinese si ammirano circa 100 costumi comparsi in 40 pellicole, un percorso dove ogni capo è esposto come un’opera d’arte e raccontato attraverso diversi contributi: tra brani di film, citazioni e pannelli touchscreen che permettono al pubblico non solo di toccare virtualmente materie preziose, ma anche di giocare e sognare. Un allestimento fortemente immersivo, firmato da Maria Teresa Pizzetti, e interattivo, grazie alle produzioni video realizzate dallo Studio Convertino & Designers e curate da Massimo Mazzanti.

Foto di Michele D'Ottavio

«Una mostra bella, ricca e prestigiosa, che racconta il rapporto tra abito, attore e personaggio – spiega Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema – un viaggio emozionale che permette al visitatore di scoprire e toccare con mano tutti i segreti dell’alta sartoria cinematografica italiana, attraversando epoche e stili, in un susseguirsi di percezioni visive, uditive, tattili e olfattive che ricreano la magia del cinema».

 

Lungo il percorso gli abiti indossati nei più grandi film: Guerra e Pace di King Vidor (1956), Matrimonio all'italiana di Vittorio De Sica (1964), Il mestiere delle Armi di Ermanno Olmi (2001), King Arthur di Guy Ritchie (2017), Marie Antoinette di Sofia Coppola (2006), Robin Hood di Ridley Scott (2010), Anna Karenina di Joe Wright (2012).

 

 

E poi gli abiti che hanno fasciato attori nostrani e divi hollywoodiani: dalla mise di seta con cui Sophia Loren abbraccia e bacia Marcello Mastroianni in Matrimonio all'italiana all'alta uniforme di Vittorio De Sica in Pane, amore e fantasia; dal mantello bordato di pelliccia di Ingrid Bergman in Nina all’abito da sera di Charlotte Rampling nel Portiere di notte; dalla giacca di pelle di Carlo Verdone in Sono pazzo di Iris Blond all’abito principesco di Cristiana Capotondi in Sissi fino alla sensualità di paillettes di Scarlett Johansson nelle Seduttrici

 

Nell’anno del centenario della nascita, anche un omaggio al genio di Federico Fellini grazie all'eccezionale presentazione dell'intera sfilata di abiti luccicanti dell'episodio Toby Dammit tratto dal film Tre Passi nel Delirio.