In cover Il vagone letto, illustrazione Angelo Ruta. Da Cento Gianni Rodari

Insegnante, giornalista, scrittore, la figura di Gianni Rodari è una delle più sfaccettate e variegate della cultura del ‘900 italiano.

 

Ha iniziato a scrivere subito, prima attraverso le pagine dei giornali con i quali collaborava e poi pubblicando per diverse case editrici. Nel 1960 è entrato nella scuderia di Giulio Einaudi con Filastrocche in cielo e in terra. Le sue rime, i suoi racconti e i suoi romanzi sono rivolti a bambini e ragazzi, che considerava il pubblico migliore e l’unico ancora capace di migliorare il mondo.

Illustrazione Luca Tagliafico

È nato a Omegna (VB), sulle rive del lago d’Orta, 100 anni fa ma il 2020 è anche anniversario della morte, avvenuta nel 1980, e soprattutto dell’Hans Christian Andersen Award, il Nobel della letteratura per l’infanzia, ottenuto nel 1970.

 

Uno dei tanti temi raccontati dalla fervida fantasia dello scrittore è quello dei treni, mezzi di trasporto con i quali fa viaggiare i suoi numerosi lettori in compagnia di personaggi estrosi come Giovannino Perdigiorno, il professor Grammaticus, operai, soldati, mondine, bizzarri collezionisti e gatti parlanti.

Filastrocca del ferroviere,

che bellissimo mestiere

stare in treno tutto il giorno

per l’Italia andare attorno.

È un bel mestiere, non dico di no,

sempre a spasso, ma però

quando di notte tu stai nel tuo letto

io vado in giro a bucare il biglietto.

Ferroviere, che bel lavoro,

sul berretto due righe d’oro,

chiamare per nome paesi e stazioni

come simpatici amiconi.

Ma se il mio bambino chiama «papà»

io sono sempre in un’altra città.

Seimila treni tutti pieni

per l’Italia se ne vanno

tutti i giorni di tutto l’anno!

Vanno a Milano, vanno a Torino,

a Siena, Bibbiena e Minervino,

vanno a Napoli e a Venezia,

a Firenze, Bari e La Spezia…

A Piacenza attraversano il Po

senza bagnarsi nemmeno un po’,

e a Reggio Calabria, questo è il bello,

anche i treni vanno in battello!

Che fila farebbero, a metterli in fila

uno dietro l’altro tutti e seimila!

E su ogni treno c’è un macchinista

che le rotaie non perde di vista.

Le locomotive non vanno da sole:

le ferma tutte, lui, se vuole!

Dunque signori, per piacere:

non fate arrabbiare il ferroviere…

Io vorrei che nella Luna

ci si andasse in bicicletta

per vedere se anche lassù

chi va piano non va in fretta.

Io vorrei che nella Luna

ci si andasse in micromotore

per vedere se anche lassù

chi sta zitto non fa rumore.

Io vorrei che nella Luna

ci si andasse in accelerato

per vedere se anche lì

chi non mangia la domenica

ha fame il lunedì.

In città non canta il galletto,

e il primo tram che ti sveglia nel letto.

In tuta azzurra sul primo tranvai

vanno in fabbrica gli operai.

Secondo tram, l’impiegato statale

va in ufficio leggendo il giornale.

Terzo tram, che confusione:

gli scolari non san la lezione

e tra l’una e l’altra fermata

la ripassano di volata.

Qualcuno che la sa lunga

mi spieghi questo mistero:

il cielo è di tutti gli occhi,

di ogni occhio è il cielo intero.

È mio, quando lo guardo.

È del vecchio, del bambino,

del re, dell’ortolano,

del poeta, dello spazzino.

Non c’è povero tanto povero

che non ne sia il padrone.

Il coniglio spaurito

ne ha quanto il leone.

Il cielo è di tutti gli occhi,

ed ogni occhio, se vuole,

si prende la luna intera,

le stelle comete, il sole.

Ogni occhio si prende ogni cosa

e non manca mai niente:

chi guarda il cielo per ultimo

non lo trova meno splendente.

Spiegatemi voi dunque,

in prosa od in versetti,

perché il cielo è uno solo

e la terra è tutta a pezzetti.

Dice un proverbio dei tempi andati:

≪Meglio soli che male accompagnati≫.

Io ne so uno più bello assai:

≪In compagnia lontano vai≫.

Dice un proverbio, chissà perché:

≪Chi fa da sé fa per tre≫.

Da quest’orecchio io non ci sento:

≪Chi ha cento amici fa per cento≫.

Dice un proverbio con la muffa:

≪Chi sta solo non fa baruffa≫.

Questa, io dico, è una bugia:

≪Se siamo in tanti, si fa allegria≫.

 

 

FSNews Radio per il centenario di Gianni Rodari
Franco Lorenzoni, Chiara Carminati, Daniele Aristarco e Alessandro Cirillo ricordano il maestro in uno speciale podcast: