Può capitare di incontrarci squadre di calcio o altri sport, decisamente facili da riconoscere. Più difficile individuare i campioni della scrittura, ma anche loro viaggiano sulle Frecce: Trenitalia, infatti, è il vettore ufficiale del Premio Campiello. Il 5 settembre Venezia attende i finalisti della 58esima edizione di uno dei più importanti riconoscimenti letterari italiani, istituito nel 1962 dagli industriali del Veneto.

 

A condurre la cerimonia conclusiva, per la prima volta in piazza San Marco e non a Palazzo Ducale e nel Teatro La Fenice come nelle precedenti edizioni, ci sarà Cristina Parodi. Proprio il concetto di piazza, fisica e virtuale, sarà il file rouge dello spettacolo ideato dal regista, sceneggiatore e autore televisivo Massimo Martelli. A Venezia il “campiello” è proprio la piazzetta, più piccola del campo, in cui sbucano le calli.

Oltre agli ospiti istituzionali, ai rappresentanti del mondo imprenditoriale, della cultura e delle case editrici, quest’anno siederanno in platea anche i cittadini, coinvolti grazie all’iniziativa di 11 librerie di Venezia e Mestre che hanno regalato ai lettori la possibilità di assistere alla premiazione.

A contendersi la “vera da pozzo”, il premio che riproduce un piccolo pozzo veneziano, c’è la cinquina di finalisti scelta dalla Giuria dei letterati presieduta da Paolo Mieli.

In lizza: Patrizia Cavalli con “Con passi giapponesi” (Einaudi), primo libro in prosa di una delle più importanti voci poetiche contemporanee; Sandro Frizziero con “Sommersione” (Fazi), romanzo con protagonista un vecchio pescatore pieno di odio che abita in un’isola tra il mare e la laguna veneta; Francesco Guccini con “Trallumescuro. Ballata per un paese al tramonto” (Giunti), un’opera che è al contempo romanzo, canto d’addio, rievocazione del perduto e ricerca etnolinguistica; Remo Rapino con “Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio” (minimum fax) che, attraverso la voce del matto del paese, fa sfilare davanti agli occhi il Novecento con la guerra, la Resistenza, il lavoro in fabbrica, il sindacato, il manicomio; Ade Zeno con “'L'incanto del pesce luna” (Bollati Boringhieri), una riflessione sulla morte e insieme una celebrazione della vita e della possibilità di riempirne i vuoti con la tenerezza, la comprensione, gli affetti.

Il vincitore sarà scelto dalla Giuria dei trecento lettori anonimi.