Oggi 17 gennaio è la “Giornata mondiale della Pizza”. Nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate protettore dei fornai e dei pizzaioli, si celebra a livello internazionale una delle specialità gastronomiche più diffuse al mondo: la Pizza, simbolo di condivisione e della gioia della tavola.

La tradizione riporta che in questa data i pizzaioli di Napoli lavorassero solo mezza giornata, dedicando il tempo restante ad una gita fuori porta. Da cibo di strada di origini antichissime la pizza ha da sempre conquistato i palati di intere generazioni, le sue preparazioni si sono evolute e gli impasti sono diventati spesso molto ricercati, studiati nei minimi dettagli, così come i sapori e gli ingredienti che vanno a comporre ed arricchire il disco di pasta lievitata e cotta in forno.

 

Giornata ideale, dunque per suggerire un viaggio in treno nella nostra bellissima Italia e raggiungere nell’arco di una breve passeggiata dalla stazione ferroviaria, maestri pizzaioli di grande talento. Dalle pizze tradizionali a quelle più innovative, di fattura napoletana classica, romana più scrocchiarella, alle pizze di grande creatività.

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Partiamo da Caserta dove a pochi minuti dalla stazione, in via Vivaldi, apre le sue porte la pizzeria “I Masanielli”. Qui il maestro Francesco Martucci esercita l’antica arte dei pizzaioli, divenuta nel 2017 “Patrimonio immateriale dell’Unesco”.

Da provare il suo percorso degustazione in otto portate, un vero viaggio nei sapori, sempre in evoluzione e ricco di novità. La prima pizza è composta da bufala, capasanta, maionese al battuto di alghe giapponese, plancton marino e limone fermentato, tutto in tre cotture. Tra le altre anche la “Vegan” con pomodori pelati in zucchero di canna, misticanza, menta, crema di rapa rossa, maionese di cavolfiore e capperi croccanti. Da non perdere anche la creativa “Alice in Wonderland” con cavolo nero toscano saltato, fiordilatte e, all’uscita, mousse allo zafferano, bottarga di tonno rosso, gel di mirtilli e chips di cavolo croccante.

 

A Napoli, la pizza è una forma di cultura gastronomica che coinvolge l’intera città.

Diversi e tutti degni di nota gli indirizzi intorno alla stazione di Napoli Centrale, adatti anche per una pizza tra un treno e l’altro.

Pizzeria Pellone in Via Nazionale. Nel menù ecco le classiche, le speciali e le pizze d’autore come la Vesuvio: filetto di pomodoro, origano, aglio, acciughe, olive, rucola, capperi, formaggio, olio d’oliva, basilico, pomodoro e peperoncino. Ottime anche le pizze fritte e quelle “a portafoglio” perfette da passeggio.

Aproposito di Pizza Fritta da non perdere: quella della pizzeria Masardona, (soprannome di nonna Anna Manfredi) dove la famiglia Piccirillo sviluppa da tempo una vera e propria arte gastronomica. Ancora a  breve distanza, una delle pietre miliari della pizza napoletana, la storica e celebre “Pizzeria da Michele”, da provare anche Pizzeria de’ Figliole: grandi classici e fritti super.

Se invece il tempo è davvero poco, “Binario Calmo” sforna pizze di livello e si trova all’interno della stazione. Più comodo di così…

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Roma. a pochi passi dalla Stazione Termini troviamo la succursale che Ciro Salvo ha aperto nella capitale. Stesso nome, “50 Kalò” e medesima qualità, gusto e sapore, merito dei collaboratori di Ciro, terza generazione di una antica famiglia di pizzaioli napoletani. Il suo grande lavoro sull'impasto super idratato ha portato premi e riconoscimenti per una pizza leggera e digeribile. Curioso il nome, il “50” nella cabala napoletana è il pane, kalò nell'antico gergo non scritto dei pizzaioli significa buono, un'espressione dialettale che ha radici antiche, dal greco kalos (letteralmente bello, buono). Altro punto interessante è la variazione del menu a seconda delle stagioni, con una intera sezione dedicata alle pizze farcite solo con prodotti vegetali.

 

Sempre a Roma, ad una passeggiata di distanza da Termini, troviamo “La Gallina Bianca” un locale dove tutte le pizze sono disponibili in versione “gluten free”. La pizzeria, infatti, è membro dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC) e la lavorazione è garantita come priva di contaminazione dalle farine. E per accompagnare pizze adatte a chi presenta questa necessità, anche le birre sono senza glutine.

 

Giungiamo a Firenze.  In questa splendida città, di fronte alla stazione di Santa Maria Novella  troviamo una pizzeria che vale il viaggio. Il nome è evocativo: “Giotto”, cove Marco Manzi e la sua squadra di collaboratori, vi faranno vivere un’esperienza gastronomica di alto livello. Creativa e intrigante la capacità del maestro pizzaiolo di proporre sapori tutti da scoprire. Tra le pizze la “Giotto” con pomodorino del piennolo del Vesuvio, provola di bufala, funghi porcini, scaglie di provolone del monaco dop. La “Napoli a Firenze” è un altro “must”. In onore della cucina fiorentina, la pizza “Bistecca”: base focaccia, grasso di manzo arrosto, demi-glace, carpaccio di manzo, timo fresco, olio extravergine d'oliva Fontana Lupo. Ghiotti anche i classici crocchè e le frittatine di pasta, immancabili antipasti.

 

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Tre indirizzi a Milano, nelle immediate vicinanze della stazione Centrale. Anche nella capitale meneghina, una gustosa pizzeria all’interno della stazione al “Mercato Centrale” dove Giovanni Mineo e Simone Lombardi hanno portato le pizze di “Crosta”, indirizzo milanese di grande successo. Tra le pizze, croccanti e leggere, da provare la “Margherita Lombarda” con il formaggio tipico Raspadura. In piazza della Repubblica lo storico marchio napoletano “Antica Pizzeria da Michele” ha una sua succursale degna di nota, dove la semplicità si sposa con la tradizione.

 

Infine, ai piedi del Grattacielo Pirelli, bellissimo esempio dell’architettura di Gio Ponti, si trova “Savô Pizzeria gourmet”. Pizzeria, nata a Genova, che ha scelto Milano per duplicare il piacere di una pizza davvero ottima. Soffice e croccante, frutto di lunga lievitazione naturale.

Il menù è diviso in tre tipologie: Gourmet, Classica, Scrocchiarella. Tra queste “La Saporita” con Prosciutto crudo di Parma stagionato 36 mesi. Tra le classiche la “Amatriciana” Mozzarella Fior di Latte DOP, Pomodorino di Corbara, Guanciale artigianale, Cipolla rossa di Tropea e scaglie di Pecorino Romano. Tra le gourmet la “Santa Monica” Mozzarella Fior di Latte DOP, Gambero Rosso, Crescione, Burrata DOP al Pistacchio, Citronette, spolverata di Arancia.

 

In soli dieci minuti di viaggio con il Regionale si arriva da Verona Porta Nuova a San Martino Buon Albergo, per entrare nel mondo di Renato Bosco, con le sue “Pizze doppio crunch” e ogni altra meraviglia dell’arte dei lievitati. Di fronte alla stazione ferroviaria di San Martino Buon Albergo si trova uno dei più famosi pizzaioli d’Italia con il suo Saporè. Bosco è il precursore dell’evoluzione della pizza, buona parte della contemporaneità di impasti e sapori, di creatività e fantasia, è passata dal suo forno. Un viaggio continuo tra materie prime e abbinamenti.