Si è aperta a inizio giugno la seconda edizione di Cottanera Visioni, la rassegna d’arte dell’azienda vinicola siciliana che ogni anno ospita nella tenuta un artista e le sue opere con l’obiettivo di creare un museo a cielo aperto alle pendici del vulcano, una fonte di suggestione per i visitatori della cantina, per coloro che ci lavorano e per chiunque desideri scoprire le stupende contrade. Un nuovo progetto che affianca la principale attività di Cottanera, valorizzando gli spazi unici che il territorio etneo offre.

Vitigno Cottanera sull'etna

Quest’anno è ospitata la mostra Embrasement, dell’artista francese Ruben Brulat in collaborazione con la Galleria Ncontemporary di Londra. Attraverso un dialogo tra spazio selvaggio e uomo, Brulat investiga il rapporto con l’ambiente e con il suo corpo. In cammino per trovare, svelare e sentire luoghi remoti, insegue il predominio della memoria arcaica, avventurandosi nella dimensione organica del mondo. Da anni l’artista ha mostrato un particolare interesse per i territori vulcanici, cercando di avvicinarsi in questo modo all’origine del tutto. Celebre per i suoi autoritratti fotografici in ambienti selvaggi, Brulat porta sull’Etna la sua ricerca fatta di un approccio multimediale e materico. L’esposizione, realizzata con il supporto grafico di Atelier 790, sarà visibile presso la tenuta fino al 15 ottobre 2022

Opera dell'artista Ruben Brulat

Un percorso che si snoda tra la sala degustazione, la barriccaia e la cantina. Le opere della collezione di Brulat insieme all’installazione creata nel corso della residenza trascorsa ai piedi del vulcano. L’opera unisce suggestioni sonore ed elementi della natura incisi dall’artista con alcune delle parole raccolte intervistando le persone della cantina per indagare il rapporto con il vulcano. 

«Domande che vengono da dentro e riguardano noi come specie, il nostro posto nel mondo, le nostre origini e il perché delle cose», spiega Ruben Brulat in merito alla natura della sua ricerca. 

 

Domande che ha posto a tante delle persone della cantina – Gino, Carmelita, Giulia e molti altri – in una costante ricerca che ha incluso anche alcuni abitanti di Randazzo, con la volontà di esplorare cosa l’Etna rappresenta per coloro che ci vivono, quali emozioni genera, quale connessione più profonda si cela nel rapporto uomo-natura. È così che è nata l’opera frutto della residenza dell’artista ai piedi del vulcano.

 

«Credo nella ricerca artistica e da sempre sono affascinata dalla capacità di chi riesce a portarci, attraverso le sue opere, ad un livello di connessione con noi stessi più profondo», spiega Mariangela Cambria, Cottanera. «Fin da piccola, accompagnata da mio padre, ho ammirato il potere di un linguaggio diverso da quello che solitamente usiamo. Ed è ciò che ho voluto portare in cantina con Cottanera Visioni, un progetto che cresce e che ogni giorno di più coinvolge tutto ciò che ruota intorno alla tenuta ed al suo territorio, a partire dalle persone che quotidianamente la vivono». 

Vino Cottanera Calderara Etna DOC bianco

Dal punto di vista enologico la cantina coltiva sia vitigni della tradizione dell’Etna, come Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, sia vitigni internazionali come Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Mondeuse.

 

Di particolare interesse i vini bianchi espressione pura del vulcano: freschi, minerali, con sentori floreali e di agrumi da vitigno autoctoni Carricante e Catarratto.

 

Molto intenso ed elegante il metodo classico da uve Nerello Mascalese in purezza. Al naso presenta un piacevole bouquet di fiori bianchi e sentori agrumati. Al palato è di ottima struttura e bella complessità, bollicina fine e persistente.

 

Un storia bellissima che ci racconta Fracesco Cambria.

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