A Radda in Chianti correva l’anno 1043, nel pieno Medioevo, quando la cantina Castelvecchi iniziò la sua attività, pertanto ad oggi è la più antica di tutto il territorio del Chianti Classico. Cantine storiche dunque situate proprio sotto il castello, anch’esso risalente al X-XI e citato in alcuni documenti dell’Alto Medioevo, come Castello et Curtis. Borgo di Castelvecchi era un luogo strategico, al centro di diverse strade importanti di cui una, prima etrusca e poi romana, collegava il Castello di Brolio con Radda, con la Pieve di Santa Maria Novella e con il Castello delle Stinche.

Cestini con prodotti tipici e bottiglie di vino

Castelvecchi subì, verso la fine del XIII secolo, i feroci attacchi dei nobili del luogo, attirati dall’incredibile ricchezza della Pieve di Santa Maria Novella e dalla fertilità ampiamente riconosciuta dei vigneti qui coltivati, lungamente e duramente contesi da più parti. L’atmosfera storica è tutt’ora parte del luogo e ne caratterizza il profilo territoriale che sempre ha avuto qui una presenza enologica di alto livello.

Oggi, “Premiata Fattoria Castelvecchi”, proprietà della famiglia Paladin, viticoltori in diverse zone d’Italia, ha sviluppato una delle tenute del gruppo Casa Paladin, è la più antica di tutto il Chianti Classico. I vigneti di Castelvecchi si trovano a nord-ovest del Comune di Radda in Chianti a 530 metri di altitudine e con piante di età superiore ai cinquant’anni.

Bottiglia e bicchiere di vino con carne alla piastra

La tenuta possiede un vigneto a forma di cuore, davvero unico, chiamato “Le Madri” che rende affascinante il paesaggio. Un picnic di fronte a quel paesaggio e un calice di Chianti Classico sono ispirazione per tante coppie innamorate.

“La volontà di valorizzare al massimo i plurisecolari cloni di Sangiovese da sempre coltivati su queste colline caratterizza ogni scelta della viticoltura che applichiamo, con un risultato che valorizza al massimo il concetto di territorialità” sottolineano Carlo e Roberto Paladin, che aggiungono: “In ciascuno dei vigneti l’unione della sapienza dell’uomo e del lavoro selettivo della natura, caratterizzano il nostro approccio pianta per pianta, interpretandole come singoli individui che, in una vita così lunga, sviluppano caratteristiche ed esigenze molto diverse tra loro”.

A Castelvecchi abbiamo incontrato Francesca Paladin:

Scoprendo i vini di Castelvecchi, ecco Chianti Classico Docg Capotondo

Sangiovese e una percentuale di poco superiore al 10% di Canaiolo. Affinamento in serbatoi d’acciaio fino al mese di dicembre e un passaggio in botte grande e barrique di terzo o quarto passaggio per 10-12 mesi. Un vino di spiccata identità territoriale, data anche l’elevatura dei vigneti, che presenta un ottimo equilibrio tra morbidezza e struttura. Ben definiti corpo, acidità e freschezza, ben ispirata dalle note floreali, netti e coinvolgenti profumi di frutti del bosco e qualche spezia. Nel complesso di molto ben declinata armonia.

Coltivazione della vite

Il Chianti Classico Riserva di chiama “Lodolaio”

Notevole il risultato in termini di equilibrio, eleganza e potenza. Un vino dai sentori complessi e ricchi di sfumature. Al palato è avvolgente pieno, coinvolgente identità della denominazione.

Da assaggiare senza dubbio il Chianti Classico Gran Selezione Docg Madonnino della Pieve, le cui uve (Sangiovese in purezza), sono coltivate nel vigneto chiamato Madonnino che si estende di fronte alla Pieve di Santa Maria Novella in Castelvecchi. Viene prodotto solo nelle annate migliori. Un vino di grande pienezza, iconico di Castelvecchi dai profumi intensi e di lunga piacevole persistente complessità. Un’evoluzione che porta ad un palato intrigante e ampio, di forte carattere ed un finale di godibile lunghezza.

Premiata Fattoria di Castelvecchi, persone

A Castelvecchi anche un Toscana Igp dal nome evocativo “Solana”

Un omaggio allo storico proprietario di Premiata Fattoria di Castelvecchi, il marchese Abelardo Gutierrez de la Solana. Al naso presenta note floreali e balsamiche unite ad una percepibile mineralità ben accompagnata da note derivanti dalla permanenza in legno. Al palato è rotondo, di vasta espressione degustativa sia per la sapidità che per l’acidità. Il tannino morbido accompagna un final lungo e davvero godibile.