Si chiama "Li Somari" il nuovo ristorante fondato a Tivoli da Andrea La Caita, dalla lunga esperienza nazionale e internazionale come general manager di ristoranti stellati e imprenditore del settore, che proprio a Tivoli ha frequentato il liceo. 

L’obiettivo è valorizzare il territorio e la cucina laziale e portare Tivoli al centro di una forte novità gastronomica grazie alla visione di cucina dello chef stellato Michelin, Adriano Baldassarre. Il nome del locale “Li Somari” viene dal dialetto tiburtino e richiama la tradizione della stalla degli asini presente tra quelle mura, una delle più antiche della città. Il richiamo è anche ironico e si riferisce alla grande forza di volontà di La Caita. 

Adriano Baldassarre, Executive Chef del ristorante "Li Somari"

Adriano Baldassarre, Executive Chef del ristorante "Li Somari"

«I piccoli fornitori locali, artigiani veri e propri - sottolinea La Caita - sono frutto di una mia personale ricerca basata sulla qualità delle materie prime e sulla stagionalità. Con loro avvieremo vere e proprie partnership a lungo termine con la produzione di olio, confetture, salse di pomodoro, realizzate approssimante per noi. Valorizzeremo così i produttori di nicchia anche con l’apertura di uno shop firmato "Li Somari"».

Locali sono anche i materiali di recupero che arredano il ristorante, dai tavoli alle pavimentazioni, dalle sedie ad antiche posate e bicchieri preziosi. L’insegna all’ingresso è opera di Gianni Lopez, artista di Tivoli. 

La proposta gastronomica del ristorante nasce dalla profonda conoscenza della cucina laziale di Chef Adriano Baldassarre, originario del bellissimo borgo di Zagarolo, che ha scelto di studiare e rielaborare sapori e profumi. «Una cucina che segue la freschezza della quotidianità e porta in tavola la miglior qualità. Un concetto di cucina fortemente incentrato sul rispetto del prodotto che utilizziamo per intero, servendolo in diverse cotture e preparazioni, così da evitare sprechi», spiega l’Executive Chef Adriano Baldassarre

Un piatto del ristorante "Li Somari"

Un piatto del ristorante "Li Somari"

Tra i piatti più invitanti ecco il “Raviolo ripieno di coda alla vaccinara, Polpetta di coda alla vaccinara e Treccia di pajata di vitella” che più laziale non si può. La “Patata di Avezzano in due cotture (alla cenere e fritta)” e il “Cappuccino di baccalà in versione tiburtina” sono anch’essi da gustare senza indugi. Non manca il “Cacio” altrettanto tipico come quello di capra di Vicovaro con miele millefiori, oppure il tradizionale “Cacio sulla piastra”. Originale e goloso il “Gnocco di patate ripieno di pollo alla cacciatora”. 

Un piatto del ristorante "Li Somari"

Un piatto del ristorante "Li Somari"

Da sottolineare il bel gesto di avere nel menu un piatto che rende omaggio allo Chef diAcquolina”, Alessandro Narducci, prematuramente e improvvisamente scomparso. 

Calda e accogliente la sala con 28 posti a sedere ben suddivisi e una “Chef’s Table” con vista sulla cucina. A dicembre è prevista l’apertura di una ulteriore sala, impreziosita da un camino del ‘500. Cantina preziosa e ottimamente declinata: Toscana, Abruzzo, Italia ed estero. I vini laziali sono selezionati da Giulio Ficorella, proprietario di un’enoteca ad Olevano Romano e il sommelier de “Li Somari” è Manuel Mingoni. Tra le etichette locali troviamo Piero Riccardi e Lorella Reale, Damiano Ciolli, Carlo Noro.

Ad affiancare Chef Baldassarre in cucina troviamo Rahman Hifjur e Deluwar Talukdar come maitre di sala, entrambi originari del Bangladesh. «La loro ambizione e professionalità hanno meritato la mia fiducia - sottolinea Andrea La Caita - sono precisi e fortemente legati al progetto, un valore aggiunto per l’azienda». Una squadra composta anche da Alessio Pasquini ed Ernesto Toma, sous chef. In sala Isabella Tardani e il più giovane del gruppo Antonio Spizzuoco.

Il personale del ristorante "Li Somari"

Il personale del ristorante "Li Somari"

Tra le idee del proprietario anche quella di coinvolgere chef stellati come Alessandro Ferracci, Daniele Lippi e Davide Pezzuto, cui sarà proposto di realizzare un piatto da mettere in carta come maggio alla cucina del territorio. 

Tivoli è pronta a fare la differenza, a solo mezz’ora di treno regionale dalla capitale.