In cover, Fotografica di Bergamo. Gabriele Basilico, Attraversare Bergamo © Archivio Gabriele Basilico
Le geometrie del Parco del Portello, a Milano, fotografato dall’alto da Andrea Ferrario. Un albero abbarbicato su un muro blu colto dall’obiettivo di Romana Zambon. O l’attesa dei viaggiatori nella metropolitana di Tokyo immortalata da Domenico Moretti. Sono tra le immagini che raccontano la città, al centro della 16esima edizione di Photofestival, la kermesse meneghina dedicata alla fotografia.
La natura e la città. Segni di un tempo nuovo è il fil rouge che lega ben 150 mostre, aperte al pubblico fino al 31 ottobre e diffuse su tutto il territorio milanese, fino a toccare le province di Lecco, Monza, Pavia e Varese. Una sfida che riguarda da vicino molte metropoli, inclusa la Città ambrosiana, dove il forte impatto urbanistico non può ignorare il fatto che anche un solo ripensamento del rapporto tra l’ambiente naturale e quello costruito possa salvare il nostro futuro.
Photofestival di Milano. Romana Zambon, Blue effect
I lavori dei fotografi, autori affermati e nuovi talenti, sono esposti a Palazzo Castiglioni, sede di Confcommercio Milano, e in gallerie, musei e biblioteche cittadine. E per chi non può partecipare di persona c’è la galleria virtuale sul sito milanophotofestival.it, dove ammirare alcune opere.
Dalla città si passa alla periferia con Fotografica, il festival che a Bergamo, con il tema Fuori dal centro, racconta come questo apparente non luogo stia diventando sempre più una fucina creativa. Un tempo metafora di malessere e degrado, oggi le aree marginali delle città possono essere fonte di innovazione e punto di riferimento per la condivisione di esperienze.
Silvia Alessi, Il piccolo Pamir afghano
Fino al 1° novembre il Monastero del Carmine e l’ex centrale elettrica Daste e Spalenga, due luoghi simbolo della rigenerazione urbana bergamasca, accolgono dieci mostre, workshop ed eventi. Bergamo è l ’esposizione di punta del festival grazie alle opere di Gabriele Basilico, in cui il grande fotografo scomparso nel 2013 mette in relazione architetture e spazi aperti.
Dalla città lombarda si arriva a Palermo con il progetto Malacarne. Kids come first di Francesco Faraci. Il suo obiettivo si posa sui bambini che, soprattutto nelle realtà ai margini della società, vengono prima di ogni altra cosa. Esistono poi periferie del mondo a tre, quattromila metri di altezza: Il piccolo Pamir afghano è una raccolta di scatti firmati da Silvia Alessi che immortalano il corridoio del Wakhan, una lunga striscia di terra larga pochi chilometri nell’Afghanistan nord orientale.
Articolo tratto da La Freccia
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