È sempre più chiaro ed evidente: serve un coordinamento europeo tra paesi di confine per migliorare il settore delle infrastrutture e conseguentemente dei servizi del comparto delle merci. Tra i tanti paesi del continente europeo ce ne sono due, Italia e Svizzera, che questa evidenza l’hanno compresa al meglio. Proprio durante l’Intermodal Forum Hupac di Lugano tenutosi il 26 maggio, il concetto è stato ribadito anche dal Presidente di Mercitalia Logistic Carlo Palasciano intervenuto nel corso del dibattito.

 

«l Corridoio Reno – Alpi – ha dichiarato Carlo Palasciano - rappresenta un esempio di “buona pratica”, in particolare come Italia è da porre in risalto la collaborazione con la Svizzera, con coordinamento previsto a più livelli. A livello di gestori dell’infrastruttura svizzera, esistono Dichiarazioni d’intenti che hanno lo scopo di monitorare con gruppi periodici gli aspetti di esercizio, programmazione lavori e sviluppo della rete.  Ulteriormente le attività sono coordinate anche a livello nazionale, dove esiste un accordo tra Italia e Svizzera per la pianificazione e potenziamento della rete sulle linee transfrontaliere che è in procinto di rinnovo entro il corrente anno». Parole che confermano che bisogna, dall’ottica di una prospettiva europea coesa e unita, essere ancora più performanti. Una task force, quindi, che possa gestire le infrastrutture statali in Europa è necessaria per portare la pianificazione e il coordinamento a un livello superiore.

 

Hupac, realtà che molto frequentemente organizza eventi di questo tipo per confrontarsi e dialogare, è un operatore di rete intermodale leader in Europa con un volume di trasporto di 1,1 milioni di spedizioni stradali all'anno. Da oltre cinquant'anni offre servizi di trasporto ferroviario innovativi e affidabili, dando così un contributo chiave al trasferimento del traffico e alla protezione dell’ambiente. Proprio la storicità e valore di Hupac rende questi momenti ideali per riuscire a costruire e gettare le basi dell’imminente futuro del settore.

 

Le prospettive continentali, quindi, sono chiare. È chiaro altrettanto anche il contesto nazionale che, attraverso PNRR e altri investimenti, sta attraversando un’importante fase di sviluppo. «Il Gruppo FS – ha spiegato ancora Carlo Palasciano - attraverso il Polo della Logistica sta investendo anche sul potenziamento di vecchi terminal e sulla realizzazione di nuovi per garantire adeguata disponibilità di spazi e servizi nei punti di origine e destino dei treni merci, in linea con la crescita dei volumi attesi e con l’up-grade della rete. In primis vanno evidenziati i Terminal TerAlp, in partnership con Hupac, dove sono in fase di realizzazione 3 grandi HUB nel nord Italia e più precisamente a Milano, Piacenza e Brescia, strategici per intercettare i maggiori traffici transalpini che arriveranno anche grazie alle grandi opere realizzate sui valichi di frontiera Italo-Svizzera. Allo stesso tempo nel nostro Piano Industriale decennale 2023-2032 sono stati previsti ulteriori sviluppi e potenziamenti terminalistici anche nel Centro-Sud Italia al fine di sostenere i flussi di traffico sia nazionali che di prosecuzione europea.  Gli investimenti in Rete ferroviaria e Terminal sono la base per rendere il trasporto ferroviario merci più competitivo supportando gli obiettivi di shift modale».

 

Un’Italia dei trasporti sempre più protagonista che vuole anche elevarsi, per storicità e capacità, a leader europeo scegliendo, però, non la strada della competitività, bensì quella del dialogo sopratutto nei confronti di quelle nazioni che stanno vivendo una situazione anomala. «Guardiamo con attenzione – ha concluso Carlo Palasciano - e con un pizzico di preoccupazione la situazione dell’infrastruttura tedesca, che sta in alcuni casi limitando in parte la capacità di trasporto ferroviario nel Centro Europa. Siamo tuttavia consapevoli che il piano di interventi straordinari previsti dal gestore infrastruttura tedesco siano necessari per recuperare un gap accumulato negli anni. Come Gruppo FS ci siamo però fatti promotori di chiedere un tavolo di regia e coordinamento esteso tra i gestori infrastrutture dei vari Paesi confinanti che coinvolga però anche gli operatori ferroviari per compatibilizzare al meglio i vari programmi manutentivi, limitando al massimo le interferenze e le sovrapposizioni e individuando dove necessario i migliori itinerari alternativi».