Immagine guida Pitti Uomo 105

© Pitti Immagine

Nuovi talenti della moda e forte presenza di giovani generazioni di designer a Pitti Uomo 105. La kermesse fiorentina, che si tiene a Fortezza da Basso dal 9 al 12 gennaio, quest’anno è all’insegna delle scelte non convenzionali. Se in molte edizioni, infatti, sono stati i big name ad attrarre i visitatori, per l’Autunno-Inverno 2024/25 Pitti Immagine ha puntato tutto sullo scouting.

 

Una tendenza che si è andata affermando negli ultimi anni e ha riservato inaspettate sorprese, consentendo a nuovi brand di emergere con successo. Emblematica la scelta di avere come guest designer Luca Magliano e Steven Stokey-Daley, due giovani creativi che portano a Pitti molti spunti di riflessione, oltre allo spettacolo delle loro collezioni.

 

Sul fronte delle presenze, continua a crescere il numero degli espositori grazie anche ai ritorni importanti di alcune aziende di riferimento. Sono 835 i marchi presenti, con una rilevante percentuale, il 43%, di brand esteri.

 

L’edizione di quest’anno, che ha come tema una riflessione sul nostro tempo sintetizzata nel titolo Pittitime, è ricca di sfaccettature che trovano spazio in un layout capace di dare risalto alle singole sezioni e ai focus sul vintage e sul mondo pet.

Va in questa direzione anche l’ampliamento delle collaborazioni internazionali con il lancio di Neudeutsch, un inedito progetto sulla new wave design tedesca che vede protagonisti 17 creativi e brand basati in Germania.

 

Come sempre il mondo poliedrico e internazionale di Pitti è suddiviso in cinque sezioni – Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling e I Go Out – che raccolgono tutte le collezioni, dal classico all’informale, passando per la sperimentazione contemporanea.

In anteprima esclusiva per l’edizione 2024, Achilles Ion Gabriel, giovane talento già insignito di prestigiosi premi, debutta con la linea del suo brand omonimo.

Il designer finlandese, che dal 2020 cura la direzione creativa del marchio spagnolo Camper, mette in scena, con una sfilata cool e coinvolgente, la sua prima collezione: un progetto immersivo e gender neutral di capi ready to wear, calzature e accessori.

 

Spazio anche alla cultura della moda con la performance Velvet mi amor ispirata all’omonimo libro di Stefano e Corinna Chiassai, padre e figlia, entrambi stilisti.

In un silenzio stellare, manichini dalle forme aliene planano nell’atmosfera terrestre, avvolti in un misterioso materiale.

Vestiti con capi di velluto liscio e a coste, arrivano a Pitti Uomo anche i Velvet Boys che, ballando a ritmo di musica e luce, portano con sé un tocco di eleganza extraterrestre.

Le lavorazio­ni dei loro abiti rivelano una maestria innovativa, mentre il tessuto di cui sono composti sembra reagire alla luce terrestre in modi surreali. Un omaggio al velluto che, secondo i due stilisti, «è un materiale che va sempre di moda ma poi effettivamente non va mai di moda.

È una “stoffa antica” ricca di storia, che viene dal passato e che, nelle centinaia di anni dopo la sua creazione, si è trasformato e ha cambiato le sue interpretazioni di uso».

 

Il risultato è una collezione decisamente originale: «Abbiamo giocato con le forme e i volumi, esaltando la versatilità del tessuto attraverso le lavorazioni e sperimentando tecniche di stampa fotografica che ci hanno permesso di creare un effetto velluto. Abbiamo portato avanti un attento esercizio creativo sulla resa del colore attraverso lo studio della luce che, a seconda della sua inclinazione o intensità, lo rende più lucido o più opaco, più tridimensionale o piatto».

Un componente dei Velvet Boys durante la performance Velvet mi amor

Al centro dell’edizione 105 c’è anche l’ambiente, in un’ottica che lega insieme sostenibilità e business.

Moltissimi i brand che fanno della politica green la loro cifra distintiva: Replumè, marchio nato a Lucca nel 2016, con la sua linea di piumini ecologici, il brand tedesco Drykon, con una collezione classica arricchita da elementi sostenibili, Guess Jeans che presenta un progetto rivoluzionario e innovativo, improntato all’attenzione al futuro del nostro Pianeta.

Per le azioni concrete a favore della Terra una menzione va ad Alberto Olivero, che nei suoi accessori unisce all’artigianalità la responsabilità ambientale.

 

«La pelle che utilizziamo è uno scarto dell’industria alimentare e quindi svolgiamo un processo di upcycling», spiega il giovane designer. «Non usiamo altre tipologie di pelli. Compriamo solo quelle di animali allevati in Europa e conciate in Italia da aziende certificate, per evitare di contribuire nel nostro piccolo a disboscamenti per allevamenti intensivi.

 

Inoltre, utilizziamo per la nostra sede alimentazioni elettriche da fotovoltaico e siamo profondamente attenti alle relazioni umane e al welfare dei nostri dipendenti: non sfruttiamo assolutamente manodopera a basso costo. Il nostro è un brand fondato su tre parole: people, profit, planet».

 

Articolo tratto da La Freccia di gennaio 2024