Roma, via Scirè, nel cuore dell’elegante quartiere Trieste. Qui al civico 18 troviamo

Etienne Bistrot, un luogo gourmet dove lo chef Stefano Intraligi propone la sua visione di cucina, fatta di eleganza, curiosità, tecnica e sapori. Lo chef ha applicato tecnica e professionalità alla sua passione per la qualità delle materie prime. Il tutto con un grande rispetto per l’ambiente e l’obiettivo “impatto zero”. Ortaggi, verdure e profumi provengono, rigorosamente, dall’orto sinergico, che vive senza alcun pesticida ma solo grazie al lavoro delle api solitarie e che Intraligi cura personalmente nel Parco di Veio. Ma non solo: le uova biologiche provengono da una piccola azienda nelle vicinanze, le carni da allevamenti abruzzesi che pongono la massima attenzione alla condizione di allevamento degli animali, le farine provengono solo dal sud Italia. 

Etienne Bistrot

Da queste scelte naturali ed etiche nasce la cucina di chef Intraligi, proposta con due diversi menu degustazione dai nomi evocativi, “Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Sogni di Latta”. Nel primo, titoli intriganti come “Il Fenicottero e l’anguilla” oppure “Alice diventa un’ostrica”. Nel secondo, sono dei versi a caratterizzare le portate “Dimmi che ancora crescerò, anche se sono di latta i sogni che ho”. Insomma, oltre a gusto e sapore, un po’ di poesia tra le pagine del menu. 

Ultimo arrivato nel menu degustazione ispirato ad Alice nel paese delle Meraviglie è “L’orto e il mare”. Un piatto che trae da Hemingway e dal suo memorabile romanzo “Il vecchio e il mare” un nuovo spunto per raccontare con parole semplici ma suggestive il pensiero in tema di sostenibilità.

Etienne Bistrot

Chef Intraligi da sempre, in quanto testimonial del movimento mondiale SaveSoil, ha particolarmente a cuore il dibattito etico circa il rapporto tra ristorazione e sostenibilità.

L’idea de “L’Orto e il mare” è nata quindi dalla volontà di rappresentare la terra, il suolo nella sua essenza, con un terriccio di pomodoro, una panna cotta al basilico per ricordare il prato verde, spugne agli agrumi, gel di cipolla caramellata, emulsione di lime e polvere di lattuga di mare (un vero e proprio “ortaggio marino” come sintesi dell’incontro del mare che bagna la terra). Infine, il maccarello pescato nelle acque di Fiumicino, adagiato a crudo dopo essere stato abbattuto e marinato con olio, sale e lime. Non possono mancare naturalmente i fiori dell’orto dello chef.

Etienne Bistrot

“Se tratti bene la terra lei ti donerà prodotti buoni. È per questo che con il mio piatto ho voluto raccontare come sia possibile mangiare tutto ciò che la terra ci offre, dal sottosuolo fino in superficie” spiega lo Chef.

Accoglienti e di bel design, gli ambienti di Etienne Bistrot. Interessante la carta dei vini che consente un affascinate viaggio enologico tra le regioni italiane e alcune tappe di gusto all’estero. Curato il servizio anche nel piacevole dehors.