La Borgogna che non ti aspetti” è questo il nome dell’evento organizzato a Milano dalla famiglia Helfrich, a capo del gruppo Les Grands Chais de France nelle sale dell’Excelsior Hotel Gallia.

Una master class – guidata dal Master of Wine Gabriele Gorelli – che ha esplorato alcune delle gemme meno note della vocata regione francese famosa in tutto il mondo.

Denominazioni meno conosciute della Borgogna. sempre più richiesta in Italia, per conoscere la qualità di alcuni “village” più disponibili in quantità, rispetto ai blasoni più conosciuti.

 

La famiglia Helfrish di origine alsaziana, iniziai la propria avventura vinicola nel 1979 con l’acquisizione di alcune Maison in diverse regioni della Francia. Oggi conta 86 proprietà in Francia, con 3400 ettari vitati e possiede cantine in Cile, Sud Africa se Spagna, raggiungendo i 4000 ettari di vigneti. Nella regione della Borgogna sono 13 le proprietà di famiglia, dal Beaujolais allo Chablis, per un totale di 330 ettari, a rappresentare un’ottima percentuale del totale coltivato. 

 

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Nel presentare la masterclass, Gabriele Gorelli racconta “Il mio primo incarico come master of Wine mi giunse proprio dalla famiglia Helfrish. L’attenzione di oggi sulla Borgogna è sempre molto alta, grazie anche all’ottima crescita compiutasi negli ultimi vent’anni”.

 

Oggi il vero problema per i consumatori è trovare vini di Borgogna a prezzi adeguati. Ecco dunque il perché dell’iniziativa guidata da Romina Romano , country manager Italia della famiglia Helfrish, un’opportunità di acquistare e proporre denominazioni che sarebbero rimaste nell’ombra delle più importanti. 

La Borgogna produce 100 milioni di bottiglie tra le quali i principali vitigni sono Chardonnay e Pinot Nero. Una piramide della qualità molto ripida con solo il due per cento di grand cru seppur distribuiti in ben 33 denominazioni

 

Nei calici una selezione di etichette firmate dal gruppo fondato e guidato da Joseph Helfrich: Santenay, Ladoix e Montagny Premier Cru Les Bouchots di Chartron et Trébuchet; Cote de Nuits Villages Vieille Vignes, Chorey-Les-Beaunes Vieille Vignes, Savigny Les Beaunes Vieille Vignes e Beaujolais Blanc di Moillard; Saint-Véran Les Plantés e Saint-Véran Les Morats di Clos de Chevigne; Rully di Domaine Rolan Sounit;  Fleurie e Moulin-a-vent di Domaine du Chapitre.

Per Famille Helfrich la vendita dei vini di Borgogna sul mercato italiano è in costante ascesa: 120.000 le bottiglie vendute nel 2022 per un giro d’affari di 921.000 euro. Si stima di chiudere il 2023 con 186.000 bottiglie per un giro d’affari complessivo di 1.150.000 di euro. Dal primo gennaio al 30 agosto del 2023, infatti, si è già superato il volume dell’intero anno 2022 con 124.000 bottiglie vendute in 8 mesi. In crescita anche l’interesse per i Crémant di Borgogna.

 

L’Italia apprezza molto i vini francesi, posizionando il giro d’affari del 2022 a 6 milioni e 800 mila euro, contro i 5.600.000 euro del 2021. Raddoppiate dunque le cifre rispetto al 2019 (3.318.826 euro) e al 2020 (3.528.220 euro). Crescono anche i volumi: dalle poco più di 832.000 bottiglie nel 2019 e 2020 si è passati a 1.132.824 nel 2021 e a 1 milione e 300.000 bottiglie nel 2022. Numeri frutto di una capillare presenza in ristorazione, hôtellerie ed enoteche ma anche nelle principali piattaforme di vendita online, e nella grande distribuzione di alto posizionamento.