© dudlajzov/AdobeStock

 

La cultura, feconda e piena di vita, crea emozioni. Come da sempre fa la natura. Il loro connubio è alla base del programma di Pesaro 2024 Capitale italiana della cultura, con cui la città marchigiana non vuole limitarsi ad acquisire centralità solo quest’anno ma proiettarsi nel prossimo decennio. La natura della cultura è il filo conduttore del progetto, che coinvolge due mondi che interagiscono tra loro anche grazie alla tecnologia. 

 

Simbolo della relazione tra questi tre elementi sarà la Biosfera, una grande installazione in piazza del Popolo, nel centro cittadino, che verrà svelata a metà febbraio. «Sarà il nostro Albero della vita, come quello dell’Expo 2015 di Milano», sottolinea il sindaco Matteo Ricci. Un’opera digitale che mira a «coniugare arte e scienza, patrimonio storico e avanzate ricerche tecnologiche,  natura e cultura. Sarà un oggetto imponente e un elemento multiforme e cangiante, animato da contenuti visivi e sonori generati attraverso l’intelligenza artificiale».

 

La sfera, di quattro metri di diametro, con milioni di led, illuminerà la piazza coinvolgendo cittadini e visitatori in un’esperienza multisensoriale e interattiva, perché i valori che animano Pesaro 2024 sono la condivisione, il coinvolgimento e l’inclusione. Il progetto, supportato da Cte Square, la Casa delle tecnologie emergenti, presenterà in modo innovativo tre tipologie di contenuti: la valorizzazione del territorio e della cultura, il cambiamento climatico e la congiunzione tra arte e tecnologia

Il Teatro Rossini © Luigi Angelucci

La cerimonia di apertura che celebra la nuova Capitale italiana della cultura è fissata per il 20 gennaio alla Vitrifrigo Arena, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Una giornata d’eccezione con spettacoli, musica e ospiti speciali come il cantautore romano Max Gazzè.

 

Questo è solo l’inizio di una grande festa, in cui Pesaro non potrà dimenticare il suo cittadino più noto, Gioachino Rossini. Come il caso dell’anno bisestile ha voluto, il grande compositore italiano potrà essere ricordato il 29 febbraio, giorno della sua nascita, e in occasione del Rossini opera festival, dal 7 al 23 agosto.

 

Anteprime mondiali e nazionali e centinaia di eventi con grandi ospiti internazionali si diffonderanno per la città e nei 50 comuni della sua provincia, dall’Appennino all’Adriatico. Sono centinaia gli appuntamenti previsti nel corso dell’anno, con circa 150 artisti e cinque linee tematiche che faranno da guida. Ognuna serve a declinare una particolare caratteristica della cultura: ubiqua, imprevedibile, operosa, vivente e mobile.

 

L’ubiqua cerca di riconfigurare la relazione con lo spazio pubblico, in particolar modo tra le aree interne con la linea di costa, tra centro e periferia. L’imprevedibile riattualizza spazi dimenticati, come alberghi dismessi e luoghi singolari della città. L’operosa, si occupa dei passaggi di competenze da una generazione all’altra ed esplora le relazioni inedite tra discipline differenti. Il nuovo rapporto tra l’umano e il resto degli esseri sulla Terra è il tema cardine della linea definita vivente. Infine, la mobile indaga la distanza e il senso di prossimità attraverso progetti di mobilità sostenibile.

 

Tra gli ospiti più attesi ci sono il cantante Claudio Baglioni, la band Pinguini Tattici Nucleari, la comica Virginia Raffaele, l’attrice Drusilla Foer e personalità istituzionali come la senatrice Liliana Segre. Merita una menzione particolare l’artista serba Marina Abramović che a maggio coinvolgerà il pubblico nella performance The life.

La Sonosfera © Alex Demilia

A Pesaro è in programma anche l’esibizione del collettivo Rimini Protokoll, una delle più influenti compagnie internazionali di teatro contemporaneo che ha a Berlino il suo quartier generale. In Ritornano le lucciole: Spark, realizzato dal laboratorio di design con base a Rotterdam Studio Roosegaarde, migliaia di lucciole biodegradabili richiameranno ai temi ecologici globali.

 

Nella Sonosfera, teatro ecoacustico unico al mondo, si potranno udire i suoni della natura o vedere la sapienza pittorica di Raffaello Sanzio trasformarsi in armoniche note musicali. 

Una delle sale del Museo archeologico oliveriano © dsl_studio

 

Tra le grandi kermesse da non perdere, la Mostra internazionale del nuovo cinema, a giugno, e il Festival nazionale di arte drammatica, a ottobre.

 

Il vicesindaco e assessore alla Bellezza, Daniele Vimini, ricorda poi che «la rete dei musei si è notevolmente arricchita e diversificata con luoghi rinnovati, come l’Archeologico oliveriano, che raccoglie la storia della città, dalla civiltà picena allo splendore romano, e il Centro arti visive Pescheria, polo del contemporaneo dell’area adriatica.

 

Allo stesso tempo, esiste un nucleo di biblioteche storiche e contemporanee con sale di lettura altamente specializzate e all’avanguardia nei progetti digitali, di inclusione e accessibilità».