In apertura il santuario francescano di Fonte Colombo

C’è un passaggio importantissimo nella storia del francescanesimo, di cui il prossimo anno si celebrerà l’ottavo centenario: la scrittura della Regola Bollata, approvata nel 1223 da papa Onorio III con la lettera Solet annuere. Francesco redige questa regola mentre si trova nell’eremo di Fonte Colombo, nella valle reatina.

Statua di San Francesco al santuario di Fonte Colombo

Statua di San Francesco al santuario di Fonte Colombo

Il cosiddetto Anonimo reatino, un francescano sconosciuto dedito a narrare le vicende del santo, scriverà: «Il monte della Regola, monte Rainero, è stato riempito dal Signore di divina dolcezza, consacrato al sapore mellifluo della sua presenza, in mezzo al festoso stuolo dei beati. È divenuto un nuovo Sinai, dove, sentendolo tutti, fu data la legge. Un altro monte Carmelo, dove l’anima di Francesco si intratteneva e conversava con il Signore. Fonte Colombo è il monte che dobbiamo salire a piedi scalzi, perché è un luogo veramente santo».

Qui il poverello di Assisi riceve anche le cure mediche di cauterizzazione per la sua malattia agli occhi, come narrano i Fioretti di San Francesco, la più nota raccolta sulla vita del santo: «Su sollecitazione dei confratelli e del Cardinale Ugolino Conte di Segni (futuro Papa Gregorio IX), fu convinto a sottoporsi a una terribile operazione nella speranza di poter guarire dalla malattia. Fatto giungere appositamente a Fonte Colombo, il medico sottopose San Francesco alla cauterizzazione, utilizzando un ferro rovente, delle vene dall’orecchio al sopracciglio, credendo d’interrompere in tal modo il flusso di umori che si riversava dagli occhi del Santo».

L’intervento è terribile, una vera e propria tortura, tanto da far fuggire i confratelli che lo assistevano. Qui il santo familiarizza anche con frate focu, il fuoco robusto e giocondo, ma anche crudele all’occasione. Mentre il medico arroventa il ferro per la “cura”, Francesco lo prega dunque di mitigare la sua forza, invocandone la benevolenza e la cortesia. Viene così risparmiato dal dolore, con grande stupore del medico.

Il Sacro Speco

Il Sacro Speco

Oggi il santuario di Fonte Colombo è uno dei quattro conventi che delineano il Cammino di San Francesco, insieme al convento di Greccio e al santuario della Foresta e di Poggio Bustone. Il complesso conventuale è costituito da una piazzetta su cui si affacciano la chiesa di San Francesco e San Bernardino da Siena, consacrata il 19 luglio 1450 dal cardinale Nicola Cusano, e più in basso, il romitorio dove Francesco subì l’operazione agli occhi, la cappella della Beata Vergine risalente al XIII secolo e il Sacro Speco dove il santo si rifugiò in preghiera ed ebbe la visione di Cristo che approvava la Regola appena scritta per il suo Ordine.

All’interno della chiesa, notevole è l’affresco della lunetta del portale risalente al XV secolo che rappresenta la Madonna col Bambino e, ai lati, San Francesco e San Ludovico di Tolosa. Vale una visita anche l’oratorio di San Michele, un ambiente a metà tra la grotta e la cappella, che ingloba il Sacro Speco. È il luogo più sacro dell’eremo: tra le rocce, una semplice croce in legno ricorda la presenza di Francesco. Nella grotta, il santo portò avanti la sofferta redazione della regola dell’Ordine. Secondo i racconti, avvenne probabilmente durante la cosiddetta quaresima di San Michele, come ricorda la denominazione dell’oratorio.

Qui si trova anche la grotta di frate Leone: secondo la tradizione il monaco, quando il Signore si mostrò a Francesco per lasciargli la Regola, alzò la testa e lasciò sulla roccia l’impronta del cranio. Più avanti, si trova il leccio dove Cristo sarebbe apparso al fondatore dell’Ordine. Risalendo sullo spiazzo che precede il convento, si giunge al luogo che diede il nome al santuario: la Fonte delle colombe, da cui Francesco, risalendo il monte, vide abbeverarsi gli uccelli simbolo di pace.

Articolo tratto da La Freccia

Scegli il treno per i tuoi spostamenti

Viaggia con Frecce, Intercity e Regionali