In apertura, photo © ChiccoDodiFC\AdobeStock

Antonio C. è un colosso di 42 anni nato nella patria sarda del jazz, Berchidda, a 36 chilometri dal Lido del Sole, una lingua di sabbia bianca bagnata dal mare cristallino di Olbia, in provincia di Sassari. Ogni settimana dall’inizio dell’estate Antonio non fa in tempo a toccare la spiaggia che, indossata la maschera da sub, ha già rotto con un tuffo la cresta bianca delle onde in arrivo dal golfo, sotto lo sguardo della madre Rossana.

Insieme a lui, altri uomini e donne con abilità differenti, una ventina in tutto, si muovono all’unisono da quasi un quarto di secolo sotto il cappello della onlus Orchestra spensierata che, nata proprio a Berchidda con il sostegno del Comune, offre intrattenimento e servizi a ragazzi con disabilità e alle loro famiglie e, dal 2018, prevede anche attività in riva al mare.

A ospitarli è il Lido del Sole, un approdo molto atteso che nutre un concetto di insularità fatto di ponti umani, solida amicizia, corrispondenze tra neurodiversi e normodotati. Le differenze rimangono seppellite in questo braccio di vecchie saline olbiesi, riportato alla vita nel 2018 grazie all’ex calciatore Mario Petrone e alla sua associazione dilettantistica My Sportabilità.

Le attività di My Sportabilità al Lido del Sole, Olbia (SS)

Le attività di My Sportabilità al Lido del Sole, Olbia (SS) © Giuseppe Cabras

Originario di Napoli, già allenatore del Pisa, dell’Ascoli e del Catania, Mario ha permeato l’iniziativa degli stessi valori con cui ha portato avanti la sua professione: una profonda cultura sociale e una marcia competitiva in grado di rispondere alle sconfitte con quella tenacia che corrobora lo spirito di squadra e non lascia indietro nessuno. Dopo aver studiato il progetto per oltre dieci anni, è riuscito a creare una spiaggia attrezzata per persone con disabilità, che garantisse l’accesso al mare, fosse dotata di pedalò con handbike e consentisse il maggior grado di autonomia possibile e la più ampia libertà di espressione. Per arrivarci bisogna scavallare una duna non abbastanza alta da impedire il passaggio dell’odore di salsedine. Il mare si svela a poco a poco, è un nastro azzurro che si tende come le mani dei villeggianti quando si proiettano verso la riva.

Antonio P. è il piccolo del gruppo: 27 anni di sorrisi e grande empatia verso il prossimo. Virtù che non s’incontrano tutti i giorni. «Sono i bambini a non percepire la diversità», dice Mario, «ma con gli adulti c’è ancora molto lavoro da fare. Sono cresciuto in un centro sportivo dove le suore ci affidarono alcuni ragazzi speciali. Determinate cose o ce l’hai dentro o non ci pensi, ma se ti inculcano certi valori te li porti dietro per sempre».

Sotto il sole ci sono anche Sabina, con sindrome di Down, e un suo accompagnatore. L’esuberanza e la voglia di esserci le muove le gambe: in riva al mare, nella sua inseparabile ciambella, sembra una ballerina. Qui il tempo si azzera, curva lento insieme all’orizzonte, e sembra che la giostra di felicità su cui sono saliti i ragazzi di Berchidda non debba fermarsi mai. Dopo il pranzo offerto dall’associazione e un pisolino al riparo da un sole insistente, è tempo di salire in canoa. La conduce Alex, che collabora con My Sportabilità per la stagione estiva ed è campione di Sup, lo sport in cui si rema con la pagaia in piedi sulla tavola.

Le attività di My Sportabilità al Lido del Sole, Olbia (SS)

Le attività di My Sportabilità al Lido del Sole, Olbia (SS) © Giuseppe Cabras

Michele ha quasi 50 anni e si candida subito per un giro oltre la linea di sicurezza dei galleggianti, fino al moletto, dove una manciata di metri più avanti attraccano le piccole imbarcazioni da diporto. Vinta la timidezza, libera le sue doti: non è solo un abile canoista, l’euforia gli scioglie la memoria e comincia a srotolare una serie infinita di nomi di persone. Li ricorda tutti, persino quelli di chi ha incontrato solo per un attimo.

«Hanno fatto molti passi in avanti da quel primo giorno in spiaggia tre anni fa», dice Rossana Canu, presidente di Orchestra spensierata. «Gradualmente hanno preso confidenza con gli attrezzi, la gente. Oggi sono felici di vivere un’esperienza collettiva. Sono rimasti isolati a lungo a causa del Covid-19, ora hanno bisogno di stare insieme, fare sport, dormire, mangiare, divertirsi, imparare».

Per accoglierli, Mario si è messo al lavoro molto prima dell’inizio dell’estate. Era maggio quando, con l’aiuto di un amico, ha cominciato a livellare la strada, per liberarla dalla macchia indisciplinata di tamerici e oleandri. «Il prossimo step è una navetta che faccia la spola con il centro commerciale più vicino. I fondi per comprarla non li abbiamo ancora, così ci serviamo di un volontario per sgomberare il parcheggio e portare quante più persone possibili in spiaggia», spiega.

 

Deus ex machina dell’associazione, Mario mantiene pulito l’arenile, controlla gli attrezzi e fa pubbliche relazioni spiegando il progetto a chi passa di lì. Con lui ci sono la moglie Sonia, istruttrice di attività di base, un trainer per le attività motorie in acqua - canoa, Sup e snorkeling - e un maestro di jujitsu per la difesa personale. A loro si aggiunge Alessandro Ranieri, che ha un ruolo fondamentale, ossia trovare ogni anno i finanziamenti che garantiscano lunga vita al progetto My Sportabilità.

Lo stabilimento balneare ha in concessione una quindicina di metri di spiaggia, quanto basta per praticare sitting volley, palla avvelenata, calcio camminato, e molto altro. Piuttosto che aumentare il numero degli ombrelloni, una quarantina in tutto, Mario ha scelto di lasciare più spazio per lo sport, consapevole del suo valore formativo e di inclusione sociale.

“Non darsi mai per vinti”, è il motto di Petrone uomo e allenatore. Una lezione che ha imparato nel quartiere napoletano di Barra, dove è cresciuto nel mito di Diego Armando Maradona e dello sport come area protetta, che ti salva la vita e diventa collante. L’accessibilità del Lido del Sole è anche nei prezzi: per usufruire dei suoi servizi basta associarsi a My Sportabilità al costo di € 12 per una giornata intera, € 8 per la metà, € 4 per un lettino. Prezzi rimasti invariati fin dall’esordio, quando sull’associazione gravava una spesa di 80mila euro per il decollo.

Una realtà virtuosa che ha rianimato il Lido del Sole, noto per essere stato, negli anni ‘60, spiaggia di cantanti, attori e artisti che arrivavano da tutte le parti del mondo. Di quelle stagioni splendenti, oggi restano solo alcuni scheletri di cemento a punteggiare la penisola. Uno di loro è rinato grazie a Mario e ai suoi ragazzi, e questa volta non rischia di fallire con il passare del tempo. I valori su cui poggiano le loro attività sono le nuove e solide fondamenta.

Articolo tratto da La Freccia