In apertura, Il bacio (post 1859) di Francesco Hayez, acquerello su carta 

Antonio Canova e la sua Venere con amore in fasce, Francesco Hayez con Il bacio e, infine, l’iconica Balloon girl firmata dallo street artist Banksy.

A partire dalla mitologia fino ai giorni nostri, l’amore è stato raccontato con immagini e storie che tentano di racchiuderne le diverse sfumature.

 

La mostra a Palazzo Montani Leoni, a cura di Costantino D’Orazio e con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli e la collaborazione di Federica Zalabra, ricostruisce la metamorfosi dello sguardo dell’arte su questo sentimento attraverso circa 40 opere, tra pitture, sculture e ceramiche. Concepita come un omaggio a San Valentino, protettore degli innamorati e patrono della città umbra, la rassegna è anche l’occasione per presentare al pubblico l’ultima opera acquisita dalla fondazione Carit: una delle versioni più raffinate del dipinto Venere e Adone della bottega di Tiziano Vecellio.

Venere con amore in fasce (1798) di Antonio Canova, Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova

Venere con amore in fasce (1798) di Antonio Canova, Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova

L’esposizione si apre con il dipinto attribuito a Giambattista Volpato San Valentino battezza Santa Lucilla e prosegue presentando, in ordine cronologico, opere che celebrano il sentimento in tutte le sue forme: dalla rappresentazione dei due protagonisti principali dell’amore pagano, Venere e Cupido, a quella della Madonna con il Bambino fino alle opere del ‘900 che collocano l’amore in una dimensione sempre più problematica, riflettendo le inquietudini dell’epoca. In questo arco temporale il linguaggio dell’arte si modifica ed elabora codici nuovi per raccontare il sentimento.

Madonna con il Bambino e san Giovannino (post 1490-ante 1495) di Bernardino Di Betto detto il Pintoricchio, Perugia, Fondazione Perugia

Madonna con il Bambino e san Giovannino (post 1490-ante 1495) di Bernardino Di Betto detto il Pintoricchio, Perugia, Fondazione Perugia

In mostra è possibile ammirare le figure sensuali concepite da alcuni tra i maggiori maestri del ‘500, come Dosso Dossi, le icone classiche riprese dal mito e rielaborate da Guido Reni e Guercino, ma anche le rappresentazioni ottocentesche che intendono esaltare le istanze patriottiche del Risorgimento.

 

Nell’ultima sezione, dedicata al XX e XXI secolo, vengono messi in discussione tutti i principi d’amore raccontati in precedenza. Dallo sguardo interrogativo della moglie di Giacomo Balla, ritratta dal marito nel dipinto Il dubbio si passa all’abbraccio d’addio di due enigmatici manichini che Giorgio de Chirico identifica come Ettore e Andromaca, mentre Banksy affida allo sguardo inerme di una bambina, a cui il vento ha sottratto un palloncino, la sua personale interpretazione del più nobile dei sentimenti.