frammento del tetto della Casa del rilievo di Telefo © Luigi Spina
La cittadina campana di Ercolano, che insieme a Pompei subì nel 79 d. C. la terribile distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio, è l’unica ad aver conservato il legno. La coltre piroclastica di circa 20 metri di spessore ha, infatti, inglobato materiali, utensili, elementi architettonici, arredi carbonizzati ma non bruciati.
Nella mostra Materia. Il legno che non bruciò ad Ercolano, nella settecentesca Reggia borbonica di Portici, sono esposti 120 oggetti preziosi ed eccezionali provenienti dal passato. Che costituiscono un patrimonio di reperti unico, tra serramenti, porte, finestre, tramezzi, armadi, casse, tabernacoli, letti e tavolini finemente decorati.
La location, che li accoglie fino al 31 dicembre, è la residenza estiva della famiglia reale, meta dei viaggiatori del Grand Tour, nell’Ottocento residenza di Murat e ora sede del Herculanense Museum, tra i primi musei archeologici al mondo.
I legni, eccezionalmente superstiti, sono la prova di un sapiente lavoro artigianale, come nel caso di quanto rimasto del tetto della Casa del rilievo di Telefo e dei mobili provenienti dalla Villa dei Papiri, finemente rivestiti in avorio, che offrono una rarissima opportunità di conoscere le antiche tecniche di falegnameria ed ebanisteria.
Un’accurata opera di restauro, poi, ha consentito il recupero di questi preziosissimi reperti che, nella maggior parte dei casi, si presentavano come legno carbonizzato, pur conservando la loro forma originale e la raffinatezza delle decorazioni.
Il percorso della mostra è reso emozionale da installazioni di luci e suoni, a ricordare il calore distruttivo dell’eruzione, e dall’immersione nei colori e nei profumi, come se ci si trovasse nella bottega di un falegname. Per un approdo virtuale verso il mare e reale grazie a resti di imbarcazioni usate da pescatori di due millenni fa.
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