In apertura, Leonardo Dudreville Occhiali (1925) Collezione Mita e Gigi Tartaglino

Gli anni ‘20 del ‘900 rappresentano per l’arte italiana un decennio di sperimentazione segnato dal recupero della classicità in ottica moderna e da ricerche avanguardiste. La mostra Da Casorati a Sironi ai Nuovi Futuristi al Museo di arti decorative Accorsi-Ometto propone una lettura critica dei contenuti pittorici emersi in quel periodo a Milano e Torino, prendendo le mosse dalla riflessione sui rispettivi retroterra artistici e culturali.

 

Articolato in quattro sezioni – Felice Casorati, Il “Novecento” a Milano, I sei di Torino e la cerchia di Casorati, I nuovi futuristi tra Torino e Milano – il percorso espositivo curato da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio riunisce circa 70 opere che provengono da musei, fondazioni italiane, collezioni private e dalla collaborazione con gli archivi degli autori selezionati.

Daphne Maugham Casorati La colazione (1929) Collezione Paola Giovanardi Rossi

Daphne Maugham Casorati, La colazione (1929) Collezione Paola Giovanardi Rossi

La prima sezione presenta una serie di opere storiche realizzate da Casorati intorno agli anni ’20 e ‘30 del ‘900 come Le uova sul cassettone, La donna e l’armatura, Maschere e Ritratto di Renato Gualino, e Donna al mare (La bagnante)

 

La seconda riunisce le opere di sei giovani pittori che si riconobbero fin dal 1923 in un comune indirizzo filo-francese e neo-romantico opposto all’orientamento classicista dell’ufficialità, legandosi a Casorati per la sua spinta innovatrice: Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci. Assegnabili all’entourage casoratiano anche i dipinti di Daphne Maugham, Giulio da Milano, Emilio Sobrero.

 

 

Achille Funi, Fiori (1920) Collezione Gaspare Tosi

Achille Funi, Fiori (1920) Collezione Gaspare Tosi

Nella terza sezione trovano invece spazio gli esponenti del Nuovo Futurismo torinese e milanese. In questa parte della mostra sono raccolte le opere di Giacomo Balla, Nicolaj Diulgheroff, Pippo Oriani, Ivanhoe Gambini, Bruno Munari, Cesare Andreoni, Osvaldo Bot e Enrico Prampolini, personalità determinante per le sorti del movimento.

 

Chiude l’esposizione la divisione dedicata al “Novecento” artistico, ispirato alle linee teoriche di Margherita Sarfatti, le cui premesse vertono su sobrietà del colore, antirealismo e antiromanticismo, recupero di una classicità aggiornata, composizione secondo le leggi di equilibrio e di proporzione e importanza della forma, scandita da linee architettoniche e geometriche.

Lungo il percorso di visita è possibile ammirare, tra gli altri, capolavori come Periferia (Periferia con ciclista) di Mario Sironi, Fiori di Achille Funi e Occhiali di Leonardo Dudreville.