In apertura François Cazzanelli: alpinista, guida alpina e ambassador La Sportiva
“Era il 1974, avevo 19 anni, quando ho fatto con mio padre il primo viaggio per andare alla fiera internazionale di Colonia. Siamo partiti con un furgone Fiat 238 carico con il materiale per allestire lo stand e il campionario con le nostre scarpe. Guidavo io che avevo appena preso la patente. Il furgone non superava i 90 chilometri orari; abbiamo impiegato dieci ore per fare i 1000 chilometri che separavano Colonia dal Trentino, precisamente da Tesero in Val di Fiemme. Arrivammo la sera tardi e iniziammo a montare lo stand per il giorno successivo. Avevamo pochi soldi, parlavamo pochissimo tedesco. Il primo anno non entrò nessuno nel nostro stand. Dodici mesi dopo tornammo alla fiera e anche quella volta vedevamo i compratori girare nei vari spazi, ma nessuno entrava da noi. Mio padre non volle darsi per vinto. Abbiamo continuato ad investire ed un passo dopo l’altro siamo entrati in questo mondo”.
È il racconto di Lorenzo Delladio, Amministratore Delegato di La Sportiva l’azienda leader mondiale delle calzature da arrampicata e alpinismo che tra poche settimane compie 95 anni di vita. “Nel 1928 mio nonno Narciso iniziò a costruire zoccoli per i boscaioli e a riparare le scarpe dei paesani. Poi il testimone è passato a mio padre Francesco, ed oggi sono io a guidare l’azienda dove hanno già fatto l’ingresso anche i miei figli Giulia e Francesco”.
Un percorso che ha portato La Sportiva a continuare ad essere un’impresa familiare, rimasta fedele alle sue radici della Val di Fiemme in Trentino ai piedi delle Dolomiti.
Oggi è un’azienda con quasi 500 collaboratori che esporta i suoi prodotti in 75 paesi del mondo; ancora con la voglia di “scalare nuove montagne” con pensiero per una prossima quotazione in borsa.
La sede dell’azienda La Sportiva a Ziano di Fiemme (Trento)
Delladio, gli inizi per la sua azienda non sono stati facili, quando è avvenuto il primo grande cambiamento?
Negli anni 80 facevo parte del soccorso alpino di Moena. Il mio istruttore di roccia, era l’unico a non usare i classici scarponi, arrampicava con delle Superga in cotone più leggere e confortevoli, ma anche molto delicate. Una cosa incredibile per quegli anni. Quel suo modo di arrampicare mi ha incoraggiato a fare dei prototipi simili a quelle scarpe, ma in pelle perché il cotone si rompeva al contatto con la roccia e con una suola in gomma più resistente. Quella è stata la svolta. Abbiamo cambiato il modo di andare in montagna ad arrampicare. L’alpinismo ha fatto un passo avanti grazie al nostro prodotto.
Oltre all’aspetto tecnico siete intervenuti anche su quello estetico?
Le scarpe da arrampicata erano marroni, grigie o nere non si usciva da questi tre colori. Nei primi anni ’80 abbiamo avuto il coraggio di introdurre il colore e che colori; abbiamo abbinato il giallo al viola. I nostri prodotti erano così rivoluzionari per l’aspetto tecnico, ma anche per quello estetico. I consumatori in quegli anni avevano voglia di cambiare e noi imprenditori abbiamo proposto anzi imposto, perché non davamo alternativa, prodotti colorati.
Avete modificato anche il classico scarpone da alpinismo in pelle.
Pensi che il cambiamento è avvenuto nel 1996 durante l’epidemia della “Mucca pazza”. Il quel periodo le mucche venivo abbattute e non macellate. Sul mercato era difficile reperire il pellame per fare gli scarponi e questo creava problemi nell’approvvigionamento della materia prima. Così abbiamo iniziato a usare materie alternative come la microfibra e i materiali sintetici. A nostra insaputa sono stati realizzati degli scarponi molto più leggeri, performanti e confortevoli.
Esportate i vostri prodotti in 75 paesi nel mondo, cosa è per lei il Made in Italy?
Nonostante tutti i problemi che abbiamo nel nostro paese, il Made in Italy è molto apprezzato nel mondo. Significa essere riconosciuti come un’azienda che fa un prodotto di qualità, innovativo e sostenibile. A questo concetto mi piace aggiungere anche il Made in Trentino, un ulteriore elemento che ci contraddistingue. Creiamo e produciamo i nostri prodotti per la montagna in montagna, essendo in Val di Fiemme a 1000 metri di altezza, e questo è molto apprezzato dai nostri clienti.
La realizzazione di una delle scarpe firmate La Sportiva
Cosa le hanno insegnato suo padre Francesco e ancora prima suo nonno Narciso che applica ancora oggi in azienda?
La costanza e il rispetto per le persone. La costanza nell’andare avanti verso il tuo obiettivo anche quando le cose non vanno bene. Senza la costanza negli anni 70 dopo i primi risultati negativi non saremmo tornati alla fiera di Colonia. Inoltre, dobbiamo ricordarci che le aziende sono fatte di persone ed avere rispetto di loro e del loro lavoro.
Siete una realtà molto attenta all’ambiente.
Avendo una fabbrica in mezzo ad una abetaia a 1000 metri ai piedi delle Dolomiti questo è imprescindibile. La nostra organizzazione è attenta a questo elemento sia per il prodotto finale, ma anche nel processo industriale. Il nostro abbigliamento è fatto per il 98% con materiali riciclati o riciclabili. Con la risuolatura delle scarpe da arrampicata diamo a questi prodotti una seconda o addirittura una terza vita.
Lei a 67 anni pratica sport nel tempo libero, le serve per rilassarsi o anche per testare i suoi prodotti?
Pratico ancora tutti gli sport da montagna, mi piace stare all’aria aperta per passione e per tenermi in forma. Mi ritengo il primo e il più esigente dei collaboratori del reparto ricerca e sviluppo. Io sono un utente medio se un prodotto va bene a me è molto probabile che vada bene anche per buona parte del mercato.
E’difficile nel 2023 per un azienda come la sua continuare a mantenere la conduzione familiare e l’intera proprietà?
Per questi due aspetti siamo una mosca bianca. Aziende simili a noi, con i nostri numeri fanno parte di gruppi o hanno all’interno dei fondi di investimento. Anche se non abbiamo problemi patrimoniali, mi rendo conto che sarà sempre più difficile rimanere al di fuori da queste dinamiche.
Tra poche settimane La Sportiva compie 95 anni, come celebrerete questo traguardo?
L’azienda è stata fondata nel 1928 da mio nonno Narciso nel 1928, questo è sicuramente un traguardo importante, ma per me è già passato. Sto già pensato a quando raggiungeremo i 100 anni di vita nel 2028, un obiettivo che vedo molto vicino. Ci stiamo già preparando con dei prodotti che rappresenteranno un secolo di vita de La Sportiva, con delle versioni e colorazioni speciali.
Articolo tratto da La Freccia