Il 2023 sarà un anno di ripresa per la mobilità, con ritmi però diversi tra i suoi vari settori. Secondo il Prof. Oliviero Baccelli, Direttore del Master Universitario in Economia Management dei Trasporti, Infrastrutture e Supply Chain Università Bocconi di Milano, l’anno che sta per iniziare sarà caratterizzato da un rilancio della domanda di mobilità degli italiani, soprattutto però per quel che riguarda il turismo e gli spostamenti per il tempo libero che “registreranno dati ben superiori anche rispetto a quelli del 2019, seppur con aumenti non paragonabili ai rimbalzi del 2021 e del 2022”. Di diversa natura invece l’andamento degli altri comparti della mobilità, come quello del trasporto pubblico locale “che evidenzierà trend ancora lontani rispetto a quello degli anni pre-Covid”.

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Tendenze queste già anticipate da diversi report, come il 19° Rapporto Audimob presentato da ISFORT e CNEL secondo cui nel 2022 si è assistito ad una vera e propria accelerata del numero degli spostamenti giornalieri degli italiani, su livelli simili, ma ancora inferiori, a quelli pre-pandemici del 2019 (lo scarto è del 6%). Un aumento della tendenza a viaggiare che tuttavia ha visto una predilezione per il mezzo privato, soprattutto a causa degli strascichi della pandemia in termini di sicurezza percepita.

“Per questo – ha osservato il Prof. Baccelli - non bisogna perdere di vista gli obiettivi prioritari che sono quelli di decongestionare il traffico su strada via gomma, ridurre l’incidentalità e anche l’impatto ambientale. Per farlo bisogna puntare sull’informazione presso i target principali, che vanno sensibilizzati sull’enorme differenza in termini di inquinamento del trasporto collettivo soprattutto elettrificato e bisogna anche promuovere un’offerta che punti sull’integrazione intermodale, sulla semplicità informativa e su meccanismi di fidelizzazione come gli abbonamenti”. L’obiettivo è insomma quello di proseguire lungo la strada che porta verso la Mobility as a Service, ovvero verso un nuovo concetto di mobilità inteso come servizio intermodale per il trasporto. 

Foto passeggero

Inoltre, il 2023 rappresenterà anche un anno decisivo per le infrastrutture. Sarà il secondo anno del PNRR, in vista del traguardo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fissato al 2026. Proprio in quest’ottica, negli scorsi giorni è arrivato il via libera da parte del Cipess a 21 opere strategiche per ulteriori 4,55 miliardi di euro. Dal punto di vista infrastrutturale, secondo Oliviero Baccelli, c’è da registrare “una importante accelerata sulle grandi opere ferroviarie, come la Napoli-Bari, il Terzo Valico di Genova o la Brescia- Verona - Padova. Su questi grandi progetti i cantieri stanno andando avanti, anche se i vantaggi saranno percepiti dai passeggeri nei prossimi anni. Diverso è invece il discorso per il rinnovo delle flotte laddove, soprattutto per quel che riguarda i bus, i passeggeri hanno già iniziato a percepire un miglioramento dell’offerta”.

Un rinnovo che ha coinvolto anche i treni di Trenitalia, la società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS, impegnata nell’obiettivo di dotare nei prossimi quattro anni l’intera sua flotta dei Regionali di nuovi treni. Un progetto già avviato con l’arrivo in diverse regioni italiane dei nuovi Blues, il primo treno ibrido con alimentazione elettrica, a diesel e a batteria.  

Foto merci in porto

Ulteriore sfida che rimarrà aperta nel mondo dei trasporti per il 2023 sarà quella relativa alle merci. Ad oggi circa l’11% di queste viaggia su ferrovia, il Gruppo Fs punta con il suo Polo Logistico e con interventi sulle infrastrutture a raddoppiare la propria quota nell'arco del Piano Industriale decennale. In questo campo il Prof. Baccelli individua nel trasporto portuale intermodale la chiave su cui puntare. “Nei nodi portuali – osserva Baccelli - si gioca davvero tanto della sfida del recupero di quote del trasporto merci su ferrovia. Alcune realtà portuali, come quella di Trieste, possono essere da esempio alle altre, ma occorre valorizzare anche la direttrice adriatica. Mi aspetto dal sistema economico, portuale e industriale pugliese possano arrivare ulteriori sviluppi positivi per quel che riguarda lo shift modale”.

Sulle tante prospettive e sfide del 2023, tuttavia, incombe lo spettro del caro-energia, a causa del perdurante conflitto bellico in Ucraina. Un aumento del costo dei carburanti e delle commodity energetiche che già nel 2022 ha rappresentato una problematica rilevante per il settore del trasporto. E l’impatto sarà ancora notevole, secondo il Prof. Baccelli, soprattutto “per il trasporto pubblico locale metropolitano, che continuerà a registrare grossi deficit a causa di costi sempre più alti. Il contesto, perciò, deve incentivare indirizzi di policy volti a favorire l’elettrificazione delle linee e dei trasporti, con grossi vantaggi sia in termini di efficienza operativa che ambientale. In particolare, sono benvenute tutte le politiche che mirano ad alleviare i costi energetici, ad incentivare l'autoproduzione energetica e la conseguente riduzione della bolletta energetica delle aziende di trasporto”.

 

E va letta proprio in questo senso la sfida lanciata dal Gruppo FS che nei prossimi 4/5 anni mira ad autoprodurre il 40% del suo fabbisogno energetico, attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici – in stazioni, officine e altri spazi ferroviari – per produrre 2,6 TWh di energia all’anno.