Treni lunghi, pedaggi più bassi, un miglioramento dei collegamenti ferroviari tra i porti, principali punti di sbarco della merce, e la gomma cui è affidato l’ultimo miglio del trasporto. Fattori abilitanti per lo shift modale delle merci in favore del ferro di cui si è discusso al Forum Mercintreno, l’appuntamento annuale tra i maggiori player del settore ferroviario del trasporto merci che si è tenuto il 23 novembre a Roma nella sede del Cnel. Una giornata di approfondimento, tra luci e ombre, della logistica via treno, alle prese con una crescita del traffico, sebbene con numeri ancora moderati, la richiesta di target sfidanti da parte dell’Europa, e dall’altra parte con l’esigenza di trovare soluzioni immediate ai problemi che affliggono il settore. Primo fra tutti, secondo gli esperti, il caro energia: secondo quanto emerso nel corso del Forum si stima che da settembre 2020 a settembre 2022 i costi per gli operatori ferroviari siano aumentati di 4 volte e mezzo. Energia, inflazione, crisi climatica, le conseguenze economiche e produttive della guerra in Ucraina, l’attuazione del PNRR e il delicato equilibrio tra interruzioni necessarie per i lavori e l’esigenza di non fermare il settore merci, il ruolo dell’innovazione tecnologica, i costi della logistica italiana, più alti del 28% rispetto ai paesi europei, sono stati alcuni dei temi trattati durante gli incontri.

«Ci stiamo muovendo in un contesto di instabilità internazionale, causato dalla pandemia e dagli eventi bellici, che ha prodotto le note difficoltà negli approvvigionamenti, il caro energia e l'aumento dei costi della logistica. Ma tutto questo non fa altro che rendere ancora più evidente l'importanza di una filiera logistica che trovi il suo fulcro nel trasporto merci su ferrovia   – così  Gianpiero Strisciuglio, AD Mercitalia Logistics del Gruppo FS Italiane - Come Polo Logistica ci stiamo confrontando con i partner del settore, dallo shipping alla gomma per il primo e l’ultimo miglio, e con il mondo delle infrastrutture. Supportati da una regolazione adeguata, sono sicuro che troveremo la risposta per questa sfida della logistica e dello shift modale che ci vede tutti protagonisti».

Dai vari operatori e dall’associazione Fermerci è stata lanciata anche una proposta per ridurre la componente “b” del pedaggio per il 2023: quanto previsto nel Decreto Aiuti bis, approvato a giugno, secondo gli operatori non sarebbe più sufficiente a compensare gli aumenti, in particolare quelli energetici che, secondo le ultime stime di Fermerci, sono arrivati ad un + 178% rispetto al 2021 e ad un + 517% rispetto 2020.