Abbattere le emissioni CO2 e aumentare l'utilizzo di fonti rinnovabili, che in un anno il Gruppo è riuscito a far crescere dal 17 al 37% negli impianti fissi. Obiettivo: centrare la decarbonizzazione al 2050, e un -55% di emissioni al 2030. E in più una serie di azioni che passano da un potenziamento dell’infrastruttura, dal trasporto di sempre più passeggeri e merci in treno, da un efficientamento dei processi e da un’innovazione a tutto campo. È la ricetta del Gruppo Fs Italiane che ha partecipato, con Fabrizio Favara, Chief Strategy Officer del Gruppo, al panel dal titolo “Sguardi sul futuro nell’ambito del Festival “Un anno di Domani”, organizzato a Parma il 23 e il 24 ottobre per celebrare un anno di vita del quotidiano.

«È necessario ribilanciare e connettere i sistemi di mobilità», ha detto Favara. «Oggi in Italia il trasporto passeggeri collettivo rappresenta solo il 15% del totale, il 3,5% ferro, 10% tpl, altro 1,5%. Il restante 85% è relativo al trasporto individuale motorizzato. Il settore dei trasporti è responsabile del 25% dell’anidride carbonica totale emessa in Italia, valore che dal 1990 ad oggi è rimasto pressoché costante (+3,2% in 30 anni)».

 

Lo dice anche l’Europa che ha inaugurato il 2021 come l’anno delle ferrovie. Il treno può fornire un grande contributo al raggiungimento della neutralità carbonica perché è il mezzo di trasporto più efficiente dal punto di vista energetico e con il minor impatto ambientale. Basti pensare che le emissioni di anidride carbonica di un viaggatore che usa il treno in Italia sono quasi 5 volte in meno rispetto a chi usa l’aereo e oltre 3 volte in meno rispetto a chi usa l’automobile.

 

Ma non basta, il Gruppo investe in innovazione tecnologica come fattore abilitante: nuovi materiali rendono i treni più leggeri quindi a minor consumo energetico, i 600 nuovi treni regionali sono composti fino al 97% di materiale riciclabile e autobus elettrico e a idrogeno. I treni ad alta velocità come il Frecciarossa 1000 sono costruiti con materiale riciclabile al 94%. Il Gruppo guarda anche all’idrogeno per l’alimentazione dei treni.

«Ferrovie dello Stato Italiane ha già individuato le linee ferroviarie idonee ad essere convertite alla tecnologia a idrogeno. L'utilizzo dei treni a idrogeno deve essere inquadrato in una strategia più complessiva che non riguardi solo il treno, ma anche la produzione e fornitura di idrogeno al fine di avere una “filiera verde” da fonti rinnovabili. Per i percorsi inferiore a 60-80 km, FS ha già ordinato treni ibridi “elettrico–batterie” adatti anche alle linee ferroviarie miste (elettrificate e non elettrificate)».

 

Le risorse del Pnnr infine, 28 miliardi di progetti di cui 25 legati agli investimenti di RFI sull’infrastruttura, contribuiranno a rendere la rete ferroviaria sempre più connessa, digitale e sicura dal Nord al Sud del Paese. Il tempo medio di viaggi si ridurrà complessivamente del 17% e si ridurrà del 38% l’indice di disuguaglianza tra Nord e Sud nell’accesso alla rete ferroviaria.