Già dall’ultimo chilometro, quando il treno imbocca il ponte sulla laguna e dal finestrino si avvicina la città, inizia la magia di Venezia. E prosegue quando si scendono gli scalini della stazione ferroviaria di Santa Lucia per affacciarsi sul Canal Grande con la chiesa di San Simeone sull’altra sponda. La nostra metà di oggi è l’isola della Giudecca, posta a sud del centro storico, si affaccia sull’omonimo canale di fronte a Dorsoduro, ed è comodamente raggiungibile con il vaporetto della Actv, la cui fermata è di fronte alla stazione.

Venezia

Anticamente conosciuta con il nome di “Spinalonga” per la forma allungata simile ad un pesce, l’isola è un luogo di grande fascino, con palazzi neogotici, celebre quello “Dei tre oci” dalle tre grandi finestre sulla facciata, chiese e piccoli angoli davvero suggestivi. Decisamente meno affollata del centro storico, la Giudecca, è perfetta per un break veneziano. Da visitare la Basilica del Redentore, progettata da Andrea Palladio, luogo di una delle feste religiose più spettacolari di Venezia. 

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Per trascorre un piacevole weekend sull’isola della Giudecca ecco, all’estremità occidentale, una costruzione di grande fascino storico e architettonico: il Molino Stucky. Edificio di architettura industriale, considerato unanimemente come uno dei migliori esempi di recupero di un opificio dal valore storico, e oggi un affascinate Hotel della catena Hilton. Il primo progetto si deve all’architetto tedesco Ernst Wullekopf, che lo realizzò nel 1884 su commissione dell’industriale Giovanni Stucky, e consisteva in una struttura lineare realizzata in laterizi di colore rosso. Sulla facciata dell'edificio centrale spicca il nome “G. Stucky”, sopra il quale è posizionato un complesso scultoreo rappresentante due figure femminili. Quella di destra è appoggiata a una pietra da mulino, l'altra addossata al macchinario d'un molino a cilindri: tradizione artigianale e progresso industriale che amichevolmente si danno la mano. E in questo gesto solidale incorniciano un grande orologio, simbolo di ordine, puntualità, progresso misurabile. Un vero e proprio manifesto “culturale” che seguirà l’edificio fino ai giorni nostri. Alla fine del 1800, fu aggiunta una torre che rese ancora più imponente la facciata neogotica. Oggi negli ultimi due piani della stessa torre è situata la “Suite presidenziale” dell’Hilton Molino Stucky, ideale per un soggiorno da sogno. 

Hilton Stucky

Negli anni a seguire l’edificio fu ulteriormente ampliato, per organizzare al meglio la produzione, fino alla sua forma definitiva che si estendeva in un’area di oltre 30.000 metri quadrati. Il Molino cessò la sua attività nel 1955, e l’edificio cadde in una lenta ma inesorabile rovina, fino a quando, nel 1988, il Ministero per i Beni Culturali decise di apporre il vincolo su tutta la struttura e stabilì la sua trasformazione in complesso alberghiero. Iniziò così una imponente opera di restauro e adeguamento dell’edifico che, nel rispetto dell’architettura originale, ha riportato il Molino Stucky al suo antico splendore. Una ristrutturazione che ha conservato gli esterni austeri ed imponenti, che ricordano alcune architetture inglesi del periodo vittoriano e numerosi elementi interni legati all’attività del Molino che impreziosiscono camere e parti comuni testimoniando una storia unica e importante. 

Hilton Stucky

Ad esempio, nelle Giudecca Suite sono state messe in risalto le tramogge da cui scendeva il grano per essere macinato, e nelle Tower Suite le antiche travi a vista sono state recuperate ed enfatizzate da un sapiente gioco di luci. L’accoglienza e i servizi sono sicuramente un grande valore dell’Hilton Molino Stucky. Il direttore Massimiliano Perversi ha deciso di dare grande attenzione all’offerta gastronomica dell’albergo puntando su Ivan Fargnoli, chef di grande talento e lunga speranza in strutture di lusso in Asia.

ASCOLTA L’INTERVISTA A MASSIMILIANO PERVERSI E IVAN FARGNOLI 

Con il suo rientro in Italia Ivan Fargnoli ripercorre un’ideale Via della Seta, come gli antichi mercanti che, tornando a casa, portavano con sé non merci esotiche e rare, ma anche un importante bagaglio culturale. È questa cultura del gusto, nata in Europa e sviluppata in Asia, che infonde ora nella ristorazione dell’Hilton Molino Stucky. Cotture e spezie orientali, ispirazioni cinesi e una grande passione. La professionalità di Fargnoli gli consente, in quanto executive chef della struttura, di diversificare le proposte dei quattro ristoranti dell’albergo, Innanzitutto “Aromi” tavola gourmet dove lo chef esprime la sua creatività e la sostanza della sua cucina. Scelta di materie prime locali, come il pesce e gli ortaggi, cotture perfette e sapori. Perché i piatti di Fargnoli hanno grande sapore. Eleganza e creatività sono le altre caratteristiche di un menu di ottimo livello. 

Hilton Stucky

Per gustare la cucina tipica veneziana la scelta è “Bacaromi” ispirato ai “bacari” veneziani, piccole taverne dove si consumano “cicchetti e ombre di vino” ovvero piccoli assaggi di cucina tipica e calici di vino. Dal menu “Fegato alla Veneta”, “Bigoli di pasta fresca con sugo all’anatra”, “Frittura reale di laguna”. Ottima la mixology allo “Skyline Rooftop Bar”, dove assaporare un aperitivo di fronte ad un panorama davvero suggestivo. A completare i servizi per gli ospiti, una piscina panoramica è una Spa.

Una Venezia più intima e raccolta quella che si vive alla Giudecca, un’esperienza davvero unica che vale la pena provare. 

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