Foto di Fabio Mastrangelo

Una Piazza Navona deserta, un ragazzo che imbraccia una chitarra e parte l'inno d'Italia. Quello di Jacopo Mastrangelo è stato un piccolo grande gesto in grado di rincuorare tante persone e generare magia. Per questo, nel giro di pochissimo, i video che lo hanno visto suonare davanti a una Roma svuotata, sono diventati virali. Diciannove anni, l'esame di maturità alle porte e la passione per la musica. Ecco la vita di Jacopo ai tempi del coronavirus, diviso tra gli studi mattutini e i mini live al tramonto di giornate che, altrimenti, avrebbero avuto tutte lo stesso sapore

Com'è nata l'idea di questi live sui tetti?

Ho visto una piazza completamente vuota. Siamo abituati a vedere una Roma sempre un po' casinara, mentre ora si riesce a sentire addirittura il rumore delle fontane. Insieme al mio papà abbiamo deciso di dare questo messaggio di speranza a tutti gli italiani attraverso la musica.

 

Ecco, la musica. Cosa rappresenta per te?

Un importante mezzo di comunicazione che si rivolge a tutti quanti, nessuno escluso. Può fare cambiare lo stato d'animo. 

 

Hai ottenuto un successo pazzesco. Ti aspettavi questa attenzione?

In realtà no, immaginavo di essere conosciuto solo dal vicinato che si affacciava alle finestre.

 

E invece sei diventato un fenomeno del web. Quando hai capito che era cambiato qualcosa?

Il giorno dopo aver suonato Ennio Morricone è successo tutto in fretta, non c'è stata una gradualità. Mi sono dovuto abituare, ma sono contento che il mio messaggio sia arrivato lontanissimo. 

Jacopo Mastrangelo, con il papà Fabio

La cosa più bella e inaspettata, tra quelle legate al tua popolarità?

Già il successo è stato bellissimo. Ricordo ancora quando mio papà mi ha fatto vedere che ero finito sulla Repubblica. Poi ci sono tante altre cose: la chiamata della sindaca Raggi su FaceTime, le condivisioni dei miei video con tanto di complimenti da parte di Renato Zero e Vasco Rossi, il fatto che Laura Pausini mi abbia scritto, i collegamenti con le televisioni più importanti del mondo, dalla BBC alla CBS.

 

Chi sono i tuoi idoli?

I famosi chitarristi inglesi, il suono della mia chitarra, infatti, è molto sporco come quello di Mark Knopfler e Brian May.

 

Hai avuto qualche feedback da loro?

No e non potrei aspettarmi nulla: sono i più grandi musicisti del mondo.

 

Richieste di collaborazione, invece, ti sono arrivate?

Per il momento mi hanno chiesto di prendere parte a qualche festival.

 

Vista la grande popolarità, vuoi fare della musica un mestiere o è stata solo una bellissima parentesi?

La musica sarà sempre presente nella mia vita, come hobby o come lavoro. Pensavo di seguire le orme di mio padre, che è commercialista, ma dopo questo successo nulla si esclude. A ogni modo, visto che quest'idea è nata in un periodo di paura e quarantena, pensavo di concluderla quando torneremo alla normalità. 

 

Come hai vissuto questo periodo?

Fare la maturità a distanza, con le video-lezioni, è molto complicato. E poi andando a scuola, viene la voglia di studiare, mentre a casa molto meno. A questo si aggiunge il fatto che non si vedono nemmeno gli amici. Motivo per cui sto apprezzando quello che, prima, facevo sempre: un abbraccio, una stretta di mano...

 

La prima cosa farai nella fase 3?

Abbracciare amici e parenti che non vedo da tanto. E poi mi piacerebbe organizzare un concerto finale, ma con la piazza piena. 

Foto di Fabio Mastrangelo