Cristiano ha 46 anni e una lunga esperienza da capostazione a Venezia Mestre, dopo tanto studio e formazione.

Come comincia la tua esperienza nel Gruppo FS?
Dalla partecipazione a un concorso del Genio Ferrovieri. In tre anni mi sono specializzato per poter diventare a tutti gli effetti un addetto delle Ferrovie, conseguendo tutte le abilitazioni necessarie, mentre ancora ero militare. Ho iniziato come semplice operaio dell’infrastruttura a Bologna per tre anni. Il 16 marzo del 1995 sono stato ufficialmente assunto nel compartimento di Trieste di Rete Ferroviaria Italiana.
Da militare a ferroviere: l’inizio di un nuovo percorso?
Dall’assunzione nelle Ferrovie tutto ha iniziato a correre, infatti dopo solo un anno mi si è presentata l’occasione per poter seguire la carriera di capostazione, una funzione che mi ha sempre attratto soprattutto per la possibilità di osservare da vicino il mondo della circolazione dei treni. Col tempo sono riuscito a prendere l’abilitazione e sono diventato capo stazione a Venezia Mestre. Durante i mesi di formazione ho visitato quasi tutti gli impianti di circolazione del Nord-Est, dove ho studiato i sistemi tecnologici e i dispositivi d’avanguardia per il controllo della marcia dei treni. Mi si è aperto un mondo.

Cosa ti è piaciuto di più?
Essere continuamente aggiornato e accrescere le mie conoscenze tecnologiche, il mio è un settore in continua evoluzione. Ricordo in particolare quando ho seguito il nuovo progetto del cosiddetto Apparato centrale computerizzato di Trieste. Ho iniziato a esercitarmi e formarmi, ho seguito corsi e sostenuto esami fino a diventare istruttore, un traguardo molto soddisfacente. Ultimamente ho partecipato a un approfondimento di cinque giorni all’Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e il prossimo luglio sosterrò la prova per diventare esaminatore. È il proseguimento del ruolo di istruttore, un obiettivo molto impegnativo e un ulteriore passo nella mia crescita professionale.

Raccontaci il rapporto tra te e i nuovi assunti.
Nel settembre scorso ho preso parte, come istruttore, a un corso dedicato ai nuovi capistazione. È stata un’ulteriore occasione per riflettere: in questo lavoro è certamente importante la teoria, con le sue numerose normative, i processi da seguire e i regolamenti, ma non bisogna mai perdere la curiosità di andare sul territorio per sperimentare tutte quelle realtà che si studiano. Questa è la prima cosa che mi piace trasmettere ai ragazzi: imparare sul campo. È importante insegnare ai nuovi assunti che quando saliamo su un treno, che ci sia a bordo una persona o ce ne siano 500, la sicurezza di chi viaggia va messa sempre al primo posto, sia nelle normali situazioni di traffico, che in quelle eccezionali.

Quanto è cambiato il ruolo del capostazione?
Nel corso degli anni tantissimo, grazie soprattutto ai nuovi sistemi di controllo e informazione ad alto livello che permettono, anche nelle piccole stazioni non presenziate dal personale, eccellenti standard di monitoraggio dei treni in arrivo e in partenza e durante la marcia. Tutto è seguito minuto per minuto da un osservatorio speciale, nel mio caso la sala di controllo di Venezia Mestre.