Nella discontinuità dobbiamo cogliere l’opportunità di creare un nuovo mondo. Così Gianfranco Battisti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato nel dibattito su La trasformazione dei mercati, ospitato ad Assisi nella manifestazione “Il Cortile di Francesco”, sottolineando che dalla crisi coronavirus “esce la necessità di ridisegnare un modello di sviluppo più incentrato sulla persona che sulla massimizzazione dei profitti”.

 

Battisti ha rivendicato come il Gruppo FS abbia “assolto in maniera molto dignitosa alla propria funzione sociale di impresa, garantendo i collegamenti non solo dei passeggeri ma anche delle merci. Abbiamo avuto un grandissimo insegnamento sull’approvvigionamento della filiera logistica, abbiamo trasportato 5 milioni di tonnellate di merci che hanno garantito la sopravvivenza del Paese, mettendo anche a disposizione i nostri asset” e oggi, “in un’area riconvertita a Bologna produciamo 1,2 milioni di mascherine al mese, e la produzione in eccesso la doniamo alla Protezione Civile”.

 

Ma il cambiamento è anche sul futuro: “L’Alta Velocità ferroviaria come l’abbiamo immaginata fino ad oggi probabilmente non ci sarà più per una certa utenza business, perché ci abitueremo a utilizzare in maniera diversa i modi di riunirsi”, spiega l’ad di Ferrovie dello Stato. “Sul trasporto Regionale invece abbiamo l’esigenza di abbassare la curva di ingresso dei treni nell’ora di punta". Il vecchio modello concentrato, infatti, non può più funzionare, va ridisegnato un mondo: non è più pensabile di far viaggiare tutti alla stessa ora con le scuole che aprono tutte insieme. “Questo - conclude il top manager - ci consentirà di ridistribuire i pendolari, facendoli pagare anche meno, con meno treni che viaggiano vuoti”.