Nella foto sopra, Afrodite di Capua

La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto», sosteneva Albert Einstein. E se la fantasia può fertilizzare il pensiero scientifico, nel campo delle arti serpeggia da sempre indiscussa. Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla ne hanno profusa parecchia nel loro ultimo progetto, tanto che hanno deciso di far scendere dal piedistallo le statue antiche che da decenni albergano nel Museo archeologico nazionale di Napoli.

 

Fuga dal museo è la mostra. visitabile fino al 24 febbraio, che i due fotografi hanno ideato al Mann per raccontare con ironia il museo quale spazio della città che alla città si apre fino a invaderla, percorrerla, abitarla. Quaranta fotomontaggi capaci di rappresentare come potrebbe essere la vita quotidiana di dee e guerrieri, matrone e personaggi storici in una Napoli coeva. Nel percorso creativo è possibile scorgere l’Afrodite di Capua intenta a stendere i panni sul balcone in una giornata di sole, incrociare Atlante col mondo sulle spalle che circola in motorino tra le viuzze dei rioni, incontrare un Ercole gigante nella hall della metro o ancora veder sfrecciare in auto un’allegra famiglia marmorea.

Nella foto sopra, Atlante

«Il nostro progetto nasce dalla volontà di dare vita alle statue del Mann, rendendole vere creature che interagiscono con la realtà. Le sculture divengono persone che si aggirano per la città, desiderose di scoprirne i misteri, le bellezze e le paure», raccontano gli autori. Un vero e proprio corto circuito tra ieri e oggi, saltando di secolo in secolo per scoprire la città del Vesuvio nei suoi luoghi più famosi: Castel dell’Ovo, il lungomare, piazza del Plebiscito, la scalinata del Petraio, i vicoli del centro, ma anche le pensiline dei bus e i vagoni della metropolitana. Accompagnati da statuari figuri o bronzei profili, a dimostrare che l’arte non è cosa morta ma sempre stimolo all’oggi. 

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