«Dietro questo cammino ci sono storie che poche righe non bastano a raccontare. Storie complesse e personali, di fallimento e di successo, di cadute e risalite, perché ogni progetto ha un prezzo in termini di scelte, tempo, vita privata. In filigrana, a ogni chilometro di questa via, c’è la spaventosa crisi che ha costretto una generazione al bivio tra l’emarginazione e l’emigrazione. Noi, tra queste due strade, ne abbiamo scelta una terza, l’unica veramente concepibile: quella che ci ha portati a restare per contribuire allo sviluppo sostenibile del nostro territorio e garantire un presente e un futuro migliori a chi vuole vivere in Basilicata». Con queste parole coraggiose, dirette come i segnavia piantati uno a uno lungo il cammino, Angelofabio Attolico, Claudio Focarazzo e Lorenzo Lozito raccontano la genesi della loro avventura insieme, che trova battesimo nel 2015 sotto il nome di Cammino Materano.

 

Un percorso, che in realtà comprende sei itinerari, lungo il quale «ogni freccia rappresenta un atto di volontà in direzione ostinata e contraria rispetto all’individualismo imperante, all’opportunismo del “sistemarsi”, alla rassegnata indolenzao a sterili lamentele». I tre ragazzi, forti di competenze tecniche, lauree ed esperienze internazionali, hanno trascorso anni a lavorare duro. «A dispetto dell'idea retorica di un Sud lassista, per dar vita a un progetto che risponde a una visione collettiva».

 

Tutto ha avuto inizio quando due archeologi e un botanico si sono ritrovati «senza prospettive di vita e professione, come tanti conterranei coetanei». Così hanno scelto di in camminarsi «su una strada nuova e tutta in salita», creando l’associazione In itinere con lo scopo di dare vita alla Via Peuceta, la prima delle sei che compongono la rete del Cammino Materano. È una costruzione in senso fisico ma anche ideale perché «volta alla diffusione della cultura del cammino. Solo a piedi, infatti, è possibile prendere coscienza del fatto che il patrimonio paesaggistico, naturalistico e culturale costituisce la vera ricchezza di un territorio». 

 

Sin dalla sua nascita, In itinere opera attivamente in Puglia e in Basilicata, estendendo ben presto l’area di intervento a gran parte del Sud Italia. Da otto anni a questa parte, dunque, i suoi fondatori sono in marcia alla ricerca di nuove arterie culturali per generare, passo dopo passo, una nuova viabilità contemporanea. Oggi il Cammino Materano conta dunque sei diverse vie, che prendono il nome dalle denominazioni storiche delle aree geografiche attraversate, «fatta eccezione per la Via Sveva, dedicata alla straordinaria figura di Federico II». Si tratta di percorsi molto variegati che partono da Puglia, Campania e Molise puntando verso un’unica meta: Matera. Si raggiunge la Cattedrale della Madonna della Bruna, nella città lucana, muovendo i propri passi dalla basilica di San Nicola di Bari, oppure dalla colonna della Via Appia di Brindisi, dalla cattedrale di San Nicola Pellegrino di Trani o dalla Basilica di Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca, nel Leccese, o ancora dalla cattedrale di Santa Maria della Purificazione a Termoli, in provincia di Campobasso, o dal tempio di Hera a Paestum, vicino Salerno. Tutti i percorsi attraversano terre di transito per vocazione e tradizione, che nella loro storia millenaria sono state testimoni del passaggio di viandanti provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo. La rete viaria del Cammino Materano mette così a sistema strade secondarie romane, vie medievali, tratturi e sentieri, tutti orientati verso la città Patrimonio Unesco le cui origini risalgono al Paleolitico, simbolo per eccellenza della nostra storia, così antica, complessa e stratificata.

 

Al momento sono tre le vie ufficialmente aperte e percorribili in autonomia. La prima a essere stata inaugurata è proprio la Peuceta, che è anche la più conosciuta: 170 chilometri che collegano in sette tappe Bari a Matera, passando per l’antica regione della Peucezia, corrispondente all’odierno territorio metropolitano del capoluogo pugliese. Le caratteristiche del paesaggio vanno dalla lussureggiante foresta di ulivi lungo la piana costiera alle distese steppiche dell’altopiano murgiano, dalle profumate macchie di bosco fino alle spettacolari incisioni carsiche che costituiscono lo scenario rupestre su cui si innestano Gravina in Puglia, nel Barese, e la stessa Matera. Lungo il percorso si entra poi in contatto con il ricchissimo patrimonio culturale appulo-lucano, costituito da cattedrali e borghi medievali quali Bitetto, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle e Altamura, vicino Bari, facendo tappa anche al Santuario di Picciano, in provincia di Matera. Il secondo itinerario è la Via Ellenica, 170 chilometri divisi in otto tappe, da compiere partendo da Alberobello, città Patrimonio Unesco in provincia di Bari. Protagonista del cammino è l’affasci nante Terra delle Gravine, costellata da meraviglie naturalistiche e antropiche, da impressionanti gole che ospitano insediamenti antichissimi e chiese rupestri decorate con preziosi affreschi. Lungo la via, su cui si affacciano boschi, masserie e paesaggi d’insolita bellezza, si scoprono borghi che da millenni rappresentano un crocevia di culture e tradizioni contadine. I punti tappa intermedi sono tutti nella provincia di Taranto: Martina Franca, Crispiano, Massafra, Mottola, Castellaneta, Palagianello, Laterza e Ginosa. La Lucana è l’ultima via sinora ufficialmente inaugurata, e collega Paestum, il terzo sito di questo network inserito nel Patrimonio Unesco, a Matera. Compresa tra due fondamentali epicentri della civiltà mediterranea, prevede un percorso selvaggio tra gli spettacolari paesaggi degli Appennini e delle Dolomiti lucane, attraversando, nel Salernitano, i verdi polmoni del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. L’itinerario attualmente aperto, composto da sei tappe, si snoda attraverso suggestive cittadelle di origine medievale adagiate su alti colli.

 

Nel Materano si incontrano Tricarico, Grassano, Grottole, Miglionico, Pomarico, Montescaglioso, fino a raggiungere la città dei Sassi dopo aver percorso 110 chilometri tra le valli fluviali del Bradano e del Basento, in un mosaico paesaggistico caratterizzato da distese di boschi e pascoli, campi seminativi e uliveti, dove al verde intenso si aggiunge il biancore dei calanchi. Tre sono i percorsi ancora in lavorazione: la Via Sveva, la Dauna e la Jonica, a collegare Matera rispettivamente con Trani, Termoli e Santa Maria di Leuca.

 

A supportare l’azione di Angelofabio, Claudio e Lorenzo c’è il contributo fondamentale dei Comitati di comunità del Cammino Materano, composti da gruppi di volontari e associazioni. «Uomini e donne innamorati della propria terra, animati dal puro desiderio di far sentire a casa i viandanti. Il loro contributo in termini di accoglienza, manutenzione dei sentieri e valorizzazione del Cammino è inestimabile». Senza contare che la loro azione ha stimolato la nascita di diversi ostelli lungo le vie, ad animare un’economia locale sempre più a misura delle esigenze del pellegrino. Non a caso nel 2022 il numero delle persone che hanno percorso gli itinerari è aumentato del 25% rispetto all'anno precedente, attestando oggi il Materano al quarto posto tra i cammini più popolari d’Italia, e al primoosgo tra quelli del Sud. Un successo che si deve alla magnificenza del territorio, alla perseveranza dei custodi locali e alla visione lungimirante degli ideatori. Questo progetto di riscatto per il Meridone, concepitodai tre resilienti ragazzi pugliesi, procede un passo dopo l’altro dritto alla meta, in direzione Matera.